Fin da bambina ho pensato che la mia chiesa fosse grandissima. Che potessi perdermi dentro, i soffitti altissimi e irraggiungibili, persino le lettere tracciate sui muri impossibili da afferrare tutte con la mente.
Poi succede che occorra stringersi per darsi una ragione o un abbraccio. E la chiesa, ad un tratto, è piccolissima: non sai se sia la fede, o l'affetto in una circostanza dolorosa. Sai solo che dentro pare non starci niente, i soffitti immensi forse si sono chinati a guardare come gli affreschi e le pareti li accompagnano.
Piccolissima chiesa, quella dove ci si trova insieme, davvero.
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