Annoto banalità deliziose di giornata. Ore 6 sveglia e colazione a tutta la famiglia. Giro con il cane. Partenza verso stabilimento per intervista.
Buongiorno, sono sempre in Lombardia, Italia e va sempre tutto bene. Oggi non mi faccio un selfie, solo per scongiurare di essere presa per un politico. Anche se è vero che non ho la mascherina.
Faccio la spesa. Il negoziante si lamenta che ha due persone soltanto in negozio. Be’, io sono già stufa dopo una manciata di istanti. In questo negozio si parla solo di Coronavirus. L’altra cliente sta demonizzando l’ordinanza sui bar e io purtroppo non riesco a tacere: le chiedo da quanto tempo non si faccia un apericena.
- mai fatto.
Allora la invito a provare, così magari vede la differenza tra atteggiamento (dei clienti) al bancone con il cibo per tutti e al tavolo.
Lei però non è sazia. Basta che il negoziante attacchi con un “secondo me” sull’origine del virus e la mia voglia di uscire divampa. Appena emesse le fake news di turbo, l’altra cliente rilancia.
Io esco, così non ci saranno più due persone, ma una. Che poi ho sbagliato, perché finalmente il virus si era palesato. Con quel “secondo me” che noi - noti non virologi - spargiamo.
Alla fine della giornata, capisco più che mai quello che ha detto la saggia donna veneta guarita (e mai stata make. Tutto tornerà come prima. Anche se non ce lo meritiamo.
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