Con naturalezza, mi trovo a crederci ancora. Il mondo a braccia aperte lì ad aspettarti, a patto che tu lasci cadere la paura, una veste scomoda mentre dovresti indossare quella che senti tua.
Stefano Ferri in televisione è una pagina di gentilezza, che vorresti trattenere un altro secondo, un minuto, un'ora ancora. Ascolto l'intervista di Daria Bignardi su La 9 e ripenso alla prima volta in cui l'ho incontrato a Milano. Lui, scrittore di meritato successo, a parlare del mio piccolo "Chi ha bisogno di Willy", a cui ha portato benedizioni, non fortuna.
Non mi pare strano che quello fosse il libro in cui avevo abbandonato proprio la paura, quella di espormi, di far uscire il dolore, la rabbia e di rompere il guscio.
In una giornata come quella di oggi, penso al freddo che mi ha scavato dentro. Ma bastano pochi istanti ad ascoltare Stefano e mi ricordo un whatsapp, ricevuto da una donna. Non una mia amica, ci conosciamo per lavoro soprattutto, ma ieri mi ha vista scossa dalla febbre e forse non solo.
E basta un: come stai oggi?
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