Per liberarmi, ho camminato a lungo. Da sola e in compagnia. E quando ho conquistato maldestramente la solitudine, posso confessare di aver camminato a lungo anche con una speranza.
Che qualcuno mi chiedesse: come va? Con solerzia o casualità, poco importava. Ma mi sarei illuminata e avrei detto tutto ciò che passava nel cuore.
Nessuno me l'ha domandato.
Ogni volta che incontravo qualcuno, ecco che una domanda arrivava: sai che cosa mi è successo?
Ho ascoltato, disavventure buffe e drammatiche, ho letto volti disperati e annoiati. Non sono stata un granché d'aiuto, a meno che ascoltare sia utile davvero. Sì, forse visto quanto desiderassi essere ascoltata, lo è.
Quando ho finito gli incontri, ho ripreso a camminare, come una furia. Convinta che il mio peso si sarebbe moltiplicato, con tutti gli oneri altrui. Chissà perché ero più veloce, nonostante tutto.
Notte e ho camminato a lungo.
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