Nel parco dai colori eterni, più resistenti all'incuria umana, i nostri cani si fermano ad accoglierlo con lo sguardo.
E' un povero, come tanti. Probabilmente un clochard. Viene spesso qui, mi si dice, e riempie una bottiglia dalla fontanella. Ci saluta, cortese. E ci lega subito a una considerazione: vi sembra giusto che d'inverno l'acqua sia fredda, e d'estate calda?
No, non è giusto. E' la vita, silenziosa e insensibile. Lui non commenta ulteriormente, si siede sulla panchina ed estrae qualcosa.
Pochi istanti dopo, sento una musica, bellissima. C'è un filosofo, un musicista, un gentiluomo della vita. E noi, a chiamarlo clochard.
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