La risento, invece, al termine della serata di presentazione de "L'importanza di essere secondi" - il libro che ho dedicato anche alla sua memoria - , perché trasformò in domanda l'affermazione di Marco, un amico architetto.
Il tempo è davvero galantuomo? Marco sa che spesso esito e la mia via d'uscita è che non credo nel tempo. In questi giorni ho tra le mani però uno scritto prezioso, che mi conferma la sua visione. Mi ribadisce che il bene seminato da persone come lui non se ne va. Resta, come una luce costante, che non si fa spegnere dal male.
Lo scritto è un bellissimo saggio di Flavio Quaranta, dell'Inail, sulle origini dell'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. Un'analisi storica, uno zoom su testimonianze vercellesi. Flavio è una persona che conosco solo dalla morte di Marco, perché mi ha scritto una mail stupenda dopo aver letto gli articoli sulla scomparsa del suo presidente nazionale.
Per me, non è il presidente dell'Inail. E' l'amico, il fratello, il ragazzo di Busto, la sua meritata carriera (e so che non gli piacerebbe vederla chiamata così) solo sullo sfondo.
Marco guardava le persone, negli occhi e nel cuore. Flavio non si dimenticherà mai la lettera che ricevette da lui, dopo l'invio di alcuni studi storici. Non due righe di circostanza - che pur avrebbero fatto notizia, in un mondo in cui rispondere è atto non così scontato - ma un messaggio spontaneo e accurato nello stesso tempo. Un appello, in un certo senso. "E' importante - gli scrisse Marco - per tutto l'istituto che la memoria delle nostre origini non vada mai persa e sia patrimonio condiviso di coloro che, con passione e costanza, lavorano a favore di un sistema sociale intimamente legato alla storia imprenditoriale del nostro Paese".
E' solo la parte centrale della mail mandata da Marco.
No, Flavio non scorderà mai questo ex ragazzo, che sapeva ridere e agire seriamente. Nemmeno noi, perché il tempo è galantuomo.
http://www.nomosedizioni.it/catalogo.php?b=12NMS412
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