Da cosa riconoscere un uomo? Da come rispetta una persona e le offre uguale valore, che sia all'apice o a terra, o semplicemente non più utile.
Ci penso e metto a fuoco episodi e persone. Una in particolare, perché accidentalmente la incrocio. Usa e getta, e l'ha dimostrato in tanti modi. Ma avrei dovuto cogliere l'episodio più significativo.
Quando un giorno ha assecondato uno come lui, che doveva andare ad ascoltare un uomo, così come l'aveva tormentato in passato quando gli faceva comodo. Ma quest'uomo ora non serviva più né allo schiavetto, né al padrone.
Mi ricordo che incappai in questa vergogna e ne sentii l'onta come se l'avessi commessa io. Anche se la "vittima" mi disse: che c'entri tu? È che quelli non sono uomini.
Ho messo le virgolette, perché vittima non era. Piuttosto, un uomo sì, che mi ha insegnato tanto, soprattutto a non vendersi mai.
Quel giorno avrei dovuto capire tutto di schiavetto e padrone. Invece, mi illusi che padrone poi avesse capito l'errore. Così non era: stava indossando un'altra maschera e avrebbe colpito ancora.
Anche me. Solo che io non sono una vittima. Vittima sono solo persone così, di se stessi e di quel gioco di ruoli che alla fine le lascia sole e svuotate.
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