Un amico e compagno di incursione social mi ammonisce: guarda che non devi piangere. Tranquillo, sarò uomo, gli prometto.
Oggi Expo finisce. Ma per me è già finita da qualche giorno. Dall'unica volta ottobrina in cui mi sono presentata spensierata e i pensieri mi hanno subito trafitta, insieme alla folla. Nessun rammarico: avevo già avuto l'occasione di respirarla. Era pure finito il caffè made in Colombia da acquistare: tutti segni, è chiaro.
No che non piango. E non perché sia vittima di una malia, ma perché - come ho già avuto modo di dire - ho potuto conoscere tante storie e persone, più forti dei programmi ufficiali, delle strutture e anche delle sovrastrutture, per così dire. Una realtà viva, che mi accompagnerà sempre. Assieme ai Paesi che non potrò mai visitare eppure mi hanno abbracciata.
Prima di quest'ultima tappa, ho visitato Milano per un altro motivo, dopo qualche settimana di lontananza. Ho sorriso, sbarcando, perché poche ore prima una persona che stimo mi aveva detto: e ora senza Expo, quante occasioni in meno avrò, che farò? Ma sì, visiterò di più Milano.
Milano strizza l'occhio, ammantata di una luce nuova che non può essere solo l'autunno.
Ma sì, Expo sta cominciando. Bisogna dirle addio, per rinascere.
#mammagiurochenonpiango
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