Medito sulla strana mattina che mi ha strappato lacrime di gioia.
Ho un'amica che vive lontano in un luogo meraviglioso e sofferente: da tempo non riuscivo a vederla.
Ho un amico che si è trasferito: meno distante, ma sempre troppo. In questi mesi ci eravamo ripromessi di vederci a Expo, anche perché lui è intelligente e oltre alla felicità di un abbraccio avrei imparato molto.
Tutto in una mattina. Riesco ad abbracciare lei, a girare i video che le servono per i suoi laboratori, a farle foto, a stringerci anche in un selfie. Un'ora che misura di immensità.
Sono contenta, peccato solo che forse oggi dovevo vedere anche il mio amico e non ci sono riuscita, devo scappare.
Alla stazione sbuffando e correndo, una voce - anzi due, in simbiosi - grida: Marilena.
Mi giro ed è lui, con sua moglie.
Ci siamo abbracciati qui, a pochi metri dal mondo, e mi è parso di abbracciare il mondo.
Quanto dura un abbraccio...
Grazie.
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