In questa corsa finale di Expo, mi fermo ad ammirare le piantine che giocano con l'autunno. Quanta pazienza ha la natura, anche con noi. Quanto ci vuole a far crescere ciò che seminiamo. Seminiamo. Poco dopo sono sul tetto di Israele.
Angelica Calò Livné unisce i suoi ragazzi del teatro della pace, Beresheet LaShalom agli studenti italiani: d'un tratto, sembra che si conoscano da sempre. Si parla di conflitti, non solo quelli che lacerano le vite dei popoli e delle persone in Medioriente: quelli che viviamo e costruiamo noi. Ci sembrano piccoli, così li accumuliamo.
Formano cerchi dove si confrontano meglio, i ragazzi. Ogni volta precisiamo, per far capire l'importanza: ebrei, musulmani e cristiani.
Ma sono ragazzi. Noi uomini e donne.
Statue viventi ci raccontano la tensione e la speranza.
Tutti abbiamo un posto nella vita, tutti possiamo trovarlo, dobbiamo.
Shalom, Salam.
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