È tornata la febbre, complice il gelo allo stadio, ed è il minore dei mali. Anche perdere una partita, pur desolatamente, è sopportabile.
Un'amica ha perso piuttosto una persona cara, una parte di sé. E quindi, così io.
Ma un'altra è tornata da un lungo viaggio e con un gruppo speciale si riesce a imbastire un brindisi. Quanto affetto mi insegue, più forte di ogni tormento e veleno.
Già, mi dicono che si aggirino i consueti avvelenatori, ma io non ci faccio caso da un pezzo.
Così strano che con la febbre avverta anche qualcos'altro: credo si chiami pace.
Notte eppure c'è pace.
Nessun commento:
Posta un commento