Le risate di Ace Frehley, contagioso e buffo, mi seguono e accendono questa canzone. Come ride lui, uno dei miei chitarristi preferiti e mio idolo indiscusso nel lontano 1982, non lo sa fare nessuno. Soprattutto, come gli altri seguono.
Per forza - mi risponderà qualcuno - in qualche circostanza era da altro "guidato". Io sento però quella risata come qualcosa di unico, che appartiene al genuino Ace. Come un modo di difendersi, di offrirsi, di abbracciare, di fuggire: tutto insieme.
E adesso che mi sono rivelata una maledetta romantica e Arguta Paffuta sta ridendo a crepapelle, carico "Shock me".
Perché questo è ciò che chiede Ace nella sua canzone, e forse quello che cerca sempre di fare, con quel suo sorriso che si spalanca all'improvviso.
Una carica solenne e rapida, che illumini la giornata, che ridia l'energia. Che faccia sentire meglio e persino illuminati. Con un vestito di pelle o un lampo, shockare è un atto di gioia.
Shock me, Kiss, canzone per il giorno.
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