Sto picchiando i pugni sul divano e almeno 32 anni fa ero solitaria.
È solo calcio e in queste ore, in questi giorni ci sono ben altre, reali tragedie per cui piangere. Ma un sogno è sempre tale, piccolo o grande. Un filo d'erba pestato, soffre come un albero.
E io che mi sono imposta neutralità, non riesco a sopportare questa disfatta. Non riesco a leggerla negli occhi dei tifosi brasiliani, a sentire il gelo del silenzio dopo un inno stupendo.
Se avessi ancora voce intera, griderei: fino alla fine, forza ragazzi.
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