Che splendido ufficio trovo per scrivere. Un giardino invaso dalle margherite. Su una panchina c'è un signore giapponese che telefona in continuazione, con un monologo apparente grazie alla tecnologia.
Il sole va e viene, in preda alla curiosità di scoprire altri luoghi. Poi arriva un signore distinto, accompagnato da una ragazza. Si muovono piano nel prato, finché arrivano alla panchina vicino a me.
Passa un altro uomo e lo saluta: buongiorno, professore. Ecco, lo avrei detto un professore, questo signore distinto. Nonno, dice lei, felice per una telefonata che le comunica l'assenza di voti negativi nella pagella. E anche se non lo guardo, io vedo occhi felici che fingono di frugare tra le margherite.
Quando se ne vanno, mi mancano, persino. E per fortuna due cani biondi si mettono a inseguire il sospiro delle margherite.
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