Non ho ancora potuto vedere una partita intera degli Europei, travolta da un po' di eventi. Ma questa è la gara più importante e si affronta tra mura di cemento, su un campetto sotto il sole.
Le vecchie glorie dell'Antoniana si confrontano con i ragazzi del carcere, allenati dall'amico Luca Cirigliano. Concludendo una stagione di sport vero, quello che apre i mondi, coltiva legami e valori, guarda avanti.
Vi dico per primo il risultato, che conta per ultimo: 5-6.
Importa che entrambi danno il massimo sotto il sole, per se stessi e per gli altri.
Che un ragazzo senegalese sfodera un sorriso felice quando segna e anche quando sbaglia.
Che un altro goleador, un altro ragazzo, è alla sua ultima partita tra il cemento perché tra pochi giorni uscirà dal carcere.
Che ci si scalda, ma la lealtà sportiva lega le squadre.
Alla fine ci si congeda, felici e riconoscenti. Grazie a chi ha reso possibile questa straordinaria stagione.
Qui abbiamo già vinto gli Europei.
E uscendo condivido un nuovo sogno: riuscire a giocare sul campo esterno, sull'erba, su uno spazio che abbia più respiro. Tanto respiro quanto ne possiede la speranza.
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