Sto sbrigando tutto lo sbrigabile, quando mi sovviene del messaggio dell'amico di mio padre, e quindi padre mio: non correre sempre, goditi i momenti.
Allora mi fermo, prendo un caffè. E uscendo incontro persone con cui non sempre riesco a non ritrarmi, ma mi sforzo di sorridere e pensare avanti.
Pochi istanti più avanti, uno di loro mi dice: devo andare al funerale di M. Il funerale, sobbalzo. Pensavo fosse il pomeriggio, e per me inaccessibile. Poco prima ero passata con la cucciola, ma c'era l'addio a un altro angelo. Un volto che mi ha accompagnato per tanti anni, nella chiesa vicina e lontana. Un volto buono, inaspettato.
Ma era un altro angelo.
E corro, l'omelia è bellissima, perché cerca di farmi fare pace con la sofferenza degli altri, specchio della mia piccola sofferenza.
Quando esco, chissà quale gentilezza mi ha permesso di avere questo dono: quella verso di me o verso un altro. L'unica certezza è un grazie.
Notte e chissà quale gentilezza.
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