Non parlo mai volentieri di mia madre, anche perché se lei mi becca sono guai.
Tuttavia, oggi la osservo di soppiatto, altrimenti lei si accorge e mi legge nel pensiero.
E capisco solo una cosa, ancora una volta.
Mia mamma è un mito e mi spiace non essere come lei. O forse no: perché almeno ancora con più sicurezza posso vedere l'abisso di valore tra di noi e dal mio piccolo, riconoscerlo.
Forte, quando è fragile. Aggraziata, quando è forte. E ogni suo passo, sicuro o incerto, è una lezione per me.
Oggi più che mai ti dico: sei un mito, mamma.
E guai a chi fa la spia: accidenti, forse l'ha già fatto il mio sguardo.
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