Il piacere di essere a casa, coccolata da ogni sguardo, da ogni angolo. Un soprammobile ti ricorda un tuo caro e c'è quella poltrona dove si sedeva solo tuo papà: nessuno si lascia più scivolare lì.
È possibile stare a casa, se è per salvare i più fragili. E non sappiamo mai quanto fragili siamo anche noi.
Ma in questi giorni, navigando anche tra le lamentele e le disobbedienze, non posso non pensare a qualcun altro. A poche settimane fa, che ora mi sembrano così lontane: quando in stazione ho incontrato senzatetto in coda per una minestra, un maglione e soprattutto il calore degli uomini e donne dell'Unità di strada della Croce Rossa.
Con sgomento mi chiedo: dove sono questi poveri? Vagano in un mondo che non li vede, se non per prendere le distanze.
Per chi è impossibile, veramente impossibile, restare in casa, infine l'ho trovato. Chi una casa, non ce l'ha.
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