Non ero una campionessa di nascondino, ma sono sempre stata osservatrice. Solo che come frequentemente accade, mettevo a fuoco più in là ciò che apprendevo sotto traccia.
Per anni, infatti, ho pensato che vincesse a nascondino, chi trovava il posto più figo dove infilarsi. Il più insolito, il più inafferrabile anche solo al pensiero.
Oggi, leggendo e scrivendo le cronache di coronavirus, sono stata colta da una minuscola intuizione: vinceva chi sapeva stare fermo. Chi era immobile. Chi non fiatava. Ti lanciavi in movimento solo quando l’avversario ti superava.
Ecco, oggi in cui mi sento fragile come una bambina, mi ripeto che dobbiamo solo fare questo: stare fermi. E mi sembra meno difficile.
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