Incappare nel gatto sotto l'ombrello. Con esplosione di memorie e una ricerca di colori legati a mestieri dimenticati.
Il micio, di colori, a dire il vero non ne ha. Tutto scuro e immobile, si ripara dal sole ancora invadente ringraziando per una volta gli umani, che hanno inventato gli ombrelli, un tempo di duplice funzione. Davanti all'antica chiesa non tradisce mezza smorfia, ma se potesse scuoterebbe il capo: non scordatevi degli antichi mestieri e degli ombrellai prima di tutto. Del loro lavoro, dei sacrifici, dei viaggi che non si possono interrompere nelle valli che accompagnano il respiro.
Da Carpugnino a Massino, poi invertite la rotta: il museo dell'ombrello a Gignese, lo ricordo come un mondo mozzafiato per chi vuole ancora stupirsi con la realtà.
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