giovedì 22 agosto 2013

Ul bucascia



Niente di personale, ma ogni giorno che lo incontrava, il nonno lo sentiva vantare la beltà della figlioletta. Ma che cos'è, sospirava, una principessa alberga da quelle parti?

Ora, il mio nonno non conosceva malizia: non ne aveva predisposizione, né tempo, visto che faceva l'operaio e il contadino. Anzi, quel signore gli era pure simpatico. Ma anche lui a casa aveva due deliziosi pargoletti e non spandeva troppe parole, rimuginava, allergico ai vani discorsi.

Così un giorno, rincasando, sbottò: uh, ul bucascia. Perché lo vedeva spalancare la bocca in quelle lodi sperticate. Era abile,va detto, il nonno nel trovare soprannomi, nonostante la sua ritrosia.

La legge del contrappasso - con due o una p in ossequo a Dante - esiste sempre, perché quando diventò nonno, perse un po' del suo proverbiale dosare i complimenti. Anche con pubblicità comparativa. Memorabile un giorno, quando si recò dalla sorella, nella cui corte giocava il nipotino. Io ero con lui e non capii lo choc della frase che gli uscì dalle labbra: a me Marilena sì che l'é bela.

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