Un giorno la pazienza si è stufata di me e della mia incostanza. Mi ha detto: visto come sei, vado a fare un giro e non so quando tornerò.
Ritengo opportuno, quasi giusto, lasciarle un po' di libertà. Una tregua per non stancarci reciprocamente in maniera definitiva.
Così, vai pazienza, e ho voglia di dire un po' di cose.
Che a sentirsi migliori, si è solitamente degli emeriti imbecilli. E che a dare degli imbecilli agli altri, di solito si parla per esperienza personale.
Che se non si ha fede, non si diventa migliori solo a schernire chi in qualche modo ce l'ha o ci prova.
Ah, e che hai dimenticato da tre mesi il mio compleanno: ormai è tardi, ma non per chiedermi scusa. Guarda che se te lo dico, è perché ti voglio bene.
Tornerà la pazienza, dai.
Notte e non ho pazienza.
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