E' sufficiente uno sguardo casuale a Ischia per perdermi e ritrovarmi. E se proprio voglio respirare senza illusioni, ho lo schiaffo morbido di Procida. Ma quando il cuore corre a Nord, in cerca di libertà, attraverso con una fretta divorante il ponte fino a trovarmi a Skye.
Chissà perché le isole, che potrebbero sembrare anche prigioni con i loro confini forzati, hanno il gusto dell'indipendenza conquistata con i denti.
Io sto cercando un'isola e ho l'intera notte per farlo.
Notte e sto cercando un'isola.
Ricordo di Procida, l'isola di Graziella, una settimana al vecchio porticciolo dei pescatori, passare la sera ascoltando i loro pensieri rivolti alla barca, al posto in rada, al tempo, indifferenti ai pochi visitatori, liberi nel loro simpatica dialetto che richiede allenamento a sonorità poco consuete... A volte facevo un giro tra la barche cercando qualche branzino o qualche polpo suicida prima di un bicchiere di bianco locale, ad alta acidità, al vicino bar... Limoncello sul terrazzo dopo il tramonto... La settimana terminò in un giorno, troppo veloce, ma con l'orgoglio di avere ricevuto anche la visita, per la su prima volta, dall'amico Napoletano che appagava la curiosità che era rimasta sempre inesaudita dell'isola della sua "badante" del calar della vita... di cui dimostrava spesso la malinconia dell'esule... a venti minuti di battello...
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