C'erano tempi così folli: mica tanto lontani, giusto un quarto di secolo fa.
Insomma, c'erano tempi così folli in cui nella mia città si svolgevano fiammeggianti consigli comunali. Dopo di che i morsi della fame nella notte si placavano alla stessa tavola, anche una scusa per continuare a bisticciare un po'. Perché non si poteva chiamare confronto, non all'inizio: mica che poi lo ribattezzassero inciucio. Si doveva fingere di rimanere distanti, anche mettendo le sedie l'una accanto all'altra.
Con il fuggire degli anni, ci si trovava nello stesso locale, attenti con discrezione a non riunire i tavoli. Qualche volta, per sicurezza, ciò avveniva anche in pub e ristoranti diversi.
E nel frattempo i consigli comunali diventavano sempre più vuoti: non solo di persone.
Ci ripensavo poche ore fa, nella notte, quando sono arrivati separati diversi gruppi. Poi timidamente, uno, due tavoli insieme. Infine, tutti sono stati riuniti.
E tra piatti e boccali un finto diverbio, un'idea, una proposta, una protesta. Fino a una risata.
C'erano tempi così folli, che possono tornare. Bentornato, consiglio, quando sai tenerci insieme, politici, appassionati, cittadini: fedeli - ma non aggrappati - alle nostre idee.
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