Un artista spalanca il suo libro e traccia la dedica. Su richiesta di un amico che mi assicurava: lui ricrea anche i nomi.
Non guardo più il tratto, ma la sua mano, la strana danza che fa. Una scena familiare, eppure mi sfugge. Quando gli occhi tornano a incollarsi sul foglio, vedono un'arte nell'arte.
Il mio nome è diventato un essere con vita propria. Ma soprattutto scorgo la firma magica. La sigla magica. Quando tu insegnavi a me bambina come fabbricare sigle solo nostre: aste che si muovevano, gatti che ridevano, riccioli ribelli.
solo noi sapevamo, quanto fosse magica quella firma.
E quanto ci unisse.
Nessun commento:
Posta un commento