Sono sempre quei ragazzi che ascoltavo mentre preparavo la maturità. Ma stasera mi fanno esplodere il cuore di una gioia che non riconoscevo.
Stasera che purtroppo si deve ancora piangere. Che contemplo i migliaia di volti alla corte degli Iron Maiden, ad Assago, e non posso non provare paura anche per la nostra fragilità.
Che cos'è la fragilità? La paura del buio scandita dalla voce di Bruce Dickinson, soffoca sotto la pioggia di colori e i volti si rivelano per ciò che sono: felici.
Che cos'è il potere? Quel nulla che annaspa nel buio, il faraone che si crede Dio e invece si scopre schiavo della morte, in balìa al suo potere.
E riti da celebrare e da esorcizzare, storie antiche che riprendono vita e vita ridanno ad anime dimenticate.
Li guardo, i miei ragazzi sul palco, Bruce poi stoico con la felpa, che fa i dispetti con la bandiera al compagno mentre suona, che ha combattuto la sua battaglia e ora ci dona ancora energia e voce. Che gioca con i mostri e che poi ci abbraccia tutti: siamo una famiglia.
C'è un numero della bestia, che ci fa male e ci incatena, ma forse è lo zero, l'importanza che si dà agli altri e ai valori, alla vita e alla sua bellezza stupefacente. Bella come papà e bambino (i capelli biondi scolpiti con omaggio agli Iron Maiden) che non si perdono una nota, come questa folla caotica e devota.
Come questi ragazzi, di nome Iron Maiden, che hanno il potere autentico: quello di rendere felici.
Grazie.
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