giovedì 31 agosto 2017

Chi avvisa le altre creature

L'area deserta attorno alla fabbrica dove si sprigionano i fumi in Texas. La contemplo alla tv e sembra deserta, perché - sento - gli abitanti dell'area sono stati allontanati.

Poi scorgo dei puntini in movimento: sono uccelli, sembrano bianchi e non so cosa siano. So che sono creature che vagano nella loro casa. E quante altre non si vedranno, ma sono lì, alla mercé dei fumi.

Non posso fare a meno di pensare alle tante circostanze in cui accadono disastri e l'uomo prova maldestramente a ripararsi.

E chi avvisa delle disgrazie, ma avvolte anche delle nostre follie, tutte le altre creature, quelle a cui non puoi spiegare. Non possono capire, non perché siano sceme: perché le follie non si possono spiegare.

Notte e il gioco e la pioggia

Immersa nelle parole che si rincorrono e mi fanno perdere la strada, sento voci lontane. Sono di bimbe che giocano nel cortile. Avevo bisogno di una scusa per una fuga: ah, che bello quando nel nostro cortile ci trovavamo a giocare. Adesso è così vuoto, pochi bambini e separati da anni e abitudini differenti.

Ascolto i giochi e il vociare. Non ci posso credere, ora è in corso nascondino. Sì, ho sentito la parola smartphone, ma dev'essere deformazione da nuovo millennio.

Dopo un'ora, le voci mi sembrano alte. Ma non si stancano, queste bambine? Simpatiche, però una pausa… una piccola.Così magari ritrovo una parola che era corsa più lontano.

Due ore dopo. Sì, ma queste bimbe sono isteriche.E quella che vuole fare il capetto, poi? Gentilmente non hanno voglia di una merenda? Di una bibita?

Mi sento Scrooge, ma non posso negare di esultare a una sola frase che riecheggia ora: "Piove, scappiamo".

Pioggia strabenedetta, ma non per cattiveria. E' che da piccola mi assicuravano che il gioco è bello finché è breve.

Dieci minuti dopo urla a volontà, ancora. Guardo il balcone, già asciutto. Il gioco è breve, ma la pioggia di più. Quasi quasi vado a giocare a nascondino.

Notte e il gioco e la pioggia.

mercoledì 30 agosto 2017

Tempi meravigliosi

Colpa di un post di una collega di dieci anni fa o di un incontro allo stadio: circostanze meravigliose, che rifiutano la nostalgia.

Perché attraversiamo il mare della malinconia, stretto dalla tentazione di dire: tempi andati.

No, non sono andati, ma ancora con noi. Tempi meravigliosi, che sono fiera di aver vissuto, che li meritassi o no. Una fortuna, che non baratto con niente. E che ho ancora saldamente nelle dita dell'anima, per suscitare nuove meraviglie.

Tempi meravigliosi, ci aspettano.

Notte e ogni tanto la luna si impiglia

Ogni tanto la luna si impiglia in un luogo amato, dove posso mettere insieme pezzi infiniti di vita e abbracciarli senza difficoltà.

Non le avevo chiesto niente, lei compare e già dice tutto. 

Ogni tanto sembra proprio che mi attenda, per ricordarmi  ciò che basta. Sempre fa tutto ciò che vuole e insiste perché lo faccia anch'io. Chi sono io per non rimanere impigliata nei desideri della luna.

Notte e ogni tanto la luna si impiglia.


Come un sogno puntato

Come un sogno puntato dritto sulla vita, si protende il fiore all'ombra del castagno. Le ortensie frugano dentro i suoi pensieri, così timide in un'estate talmente arrogante.

Io voglio essere come te, un sogno puntato dritto sulla vita, che si lascia alle spalle alla timidezza senza smettere di ringraziarla.  

martedì 29 agosto 2017

Il vuoto in dissolvenza

Il viale vuoto, sta diventando un ricordo. Un signore si appresta ad attraversare, senza il minimo brivido e sappiamo che è per poche ore ancora.

Il viale immenso, sembra ancora più immenso. E presto sarà un vicolo intasato di auto e ostinazioni.

Il vuoto, in dissolvenza. Un pieno che non riempie, non davvero.

Notte e accendo i miei sogni

Sono stanca della notte buia, esco dalle lenzuola e accendo i miei sogni. Anzi, resto lì, immobile e meravigliosa, ovvero ostaggio della meraviglia.

Che sogni minuscoli e invincibili, che ho. Uno grande, si nasconde e cerca di inseguirli. Io gli rido dietro, giusto per non inseguirlo.

Perché sono i sogni, che inseguono me, quando ho voglia di accenderli.

come oggi.

Notte e accendo i miei sogni.

lunedì 28 agosto 2017

Notte e una canzone che ti era sfuggita

Ci sono sere così ragionevoli, da farti venire voglia di ragionare con il cuore. Una canzone che ti era sfuggita, si scioglie nella tua mente e ti ricorda cosa devi fare.

Non la cosa giusta. Neanche quella più conveniente. Solo quella che già ti ha preso per mano e ti guarda con occhi innamorati: tu, neanche sapevi di esserlo.

Una canzone che ti era sfuggita, ti fa ritrovare la strada.

Notte e una canzone che ti era sfuggita.

Circondata di bontà

Li avevamo attesi così a lungo: i funghi, i nostri funghi. Che la nostra montagna ha trattenuto, quasi a farceli sognare.

Adesso sono esplosi e mi inchino alla loro danza. Che strana, la bontà, qualcosa che potenzialmente fa male. Qualcosa che ti delizia, se non esageri. Qualcosa che ti fa sentite stranamente libero.

I nostri funghi, porcini cucinati in tre modi per stordire di gioia, nel nostro locale, quello dove siamo a casa e abbiamo portato soltanto gli amici più fraterni. 

Circondata di bontà, io assaggio la vita, che potenzialmente fa male e poi ti delizia, se non esageri.

domenica 27 agosto 2017

Dialoghi reali - quando ci credo

- comunque te l'ho detto, per il tuo segno zodiacale è previsto un periodo terribile.

- ma no dai... ehi guarda, il tuo segno ha quattro stelle,  va a gonfie vele.

- non credo a queste cavolate


Credenza a intermittenza.

Notte e ho appena cominciato l'estate

E' ancora estate. Quando finalmente riesco ad agguantare la crostata di ciliegie, sorrido come se anzi fosse appena iniziata.

Il lago sbuffa di caldo e alla Marietta passiamo a consolarci così: non importa quanta estate ci porti via il tempo, si può ancora gustare piano piano.

Le ciliegie che si fondono nella torta, mi fanno sempre sfiorare dalla voglia di sedermi e guardare Twin Peaks.

Invece sono qui, davanti al lago che scorre sbuffando e penso che l'estate si gusta piano piano. Forse, l'ho appena cominciata.

Notte e l'ho appena cominciata

Chi sono gli eroi

Incappo in una foto scattata a Bannockburn. Si affaccia il cavallo, non re Bruce. La Scozia che porta a casa l'indipendenza tra mille cicatrici, grazie al coraggio degli eroi.

E chi sono gli eroi.

Noi esseri umani che decidiamo di rischiare.

O le altre creature che rischiano, perché lo decidiamo noi.

Una domanda, senza risposta, che mi osserva dal monumento lassù.

Dialoghi reali - quanto sono famosa

Dopo una piacevole conversazione, un signore mi richiede il mio cognome per memorizzare. Per aiutarlo, attuo i due piani collaudati, uno a dire il vero avviato verso il declino. Il problema del mio cognome, in effetti, è che nella mia città è diffusissimo, ma basta varcare il confine se non comunale, provinciale per creare qualche difficoltà.

- Prima (gli spiego) dicevo Lualdi, come Antonella, l'attrice. Ma adesso con i giovani non funziona più. E allora…

- Adesso Lualdi come Marilena, perché è famosa lei? Chiede il simpatico signore.

- No, faccio lo spelling.


sabato 26 agosto 2017

Notte e l'ultimo valzer

Il valzer, non sapevo di averlo ballato. Invece, ho scoperto di averlo fatto con te.Allora, non avevano nome quelle danze sfrenate nella cucina della Valle.

Dicevo: nonno, balliamo.

E tu mi prendevi le manine, Mario, e ballavamo attorno al tavolo di marmo, finché crollavamo perché ti girava la testa. Io - già troppo adulta - pensavo lo facessi per amor mio ed era anche vero. Eppure solo più tardi ho scoperto che da ragazzo amavi danzare. Le balere ti chiamavano e sprizzavi gioia ai movimenti segnalati dalla musica. Finché hai avuto un problema di salute, ma soprattutto finché la tua regina - bellissima e gravata da un destino bastardo - ha rivelato la sua malattia, molto più pesante.

Hai rinunciato, senza un lamento. Ogni tanto, però, prendevi la tua nipotina e la facevi ballare, intensamente, finché ti girava la testa.

Nonno, girava anche a me. Di gioia. L'ultimo valzer, l'ho ballato con te.

- Nonno, mi concedi questo ballo?

Notte e l'ultimo valzer.

Notte e senza doveri

Un amico che ama girare il mondo, perché non ha steccati in mente prima di tutto, mi racconta il viaggio da incubo che ha affrontato.

Tra connazionali, innamorati dei propri diritti, ma senza l'ombra di un dovere. E mi sento sdegnata come lui, anche di far parte di questa nazione che fugge da falsi guai per tuffarsi in quelli veri. Che si ammanta troppo spesso di falsità per non confessare il vero.


I diritti sono il tesoro per cui i miei avi si sono battuti e anch'io devo farlo.

I doveri, quello senza il quale siamo condannati alla volgarità quotidiana.

Notte e senza doveri (affondiamo).

Tognella e volere è volare

Sono solo 600mila euro. Ci penso, con un'arma a doppio taglio. Serve, ma non cambia la vita a un Comune, quella somma. Eppure mi sembra una cifra immensa, per ciò che significa, forse soprattutto riflettendo su coloro che dopo la guerra volevano che tutti si provasse di nuovo a volare, in modo fisico e metaforico. Anche attraverso un aeroporto come Malpensa.

Non sono una malata di nostalgia. Ma sì, dai, mica nego che leggere "aeroporto di Busto Arsizio" mi rendesse fiera quel che basta e che quando sento invece la definizione "di Milano", mi rammarico. Se ho soffocato in questi giorni il dispiacere per la vendita delle quote da parte dell'amministrazione comunale, è proprio perché mi dicevo: Marilena, i tempi sono cambiati. Per definirci, quando va bene, usiamo l'immagine "ex Manchester d'Italia". Roba da piangere, come tutte le espressioni che iniziano con "ex". C'è di peggio: non  manca chi ha gridato per anni entusiasta che siamo l'ombelico del mondo. Ma non mi risulta un'immagine convincente, sia guardando il mappamondo sia il corpo umano.

Restiamo con i piedi per terra. Restiamo a terra, quindi.

Poi, leggo la pagina sulla vendita delle azioni Sea pubblicata su "La Prealpina". E Giorgio Giacomelli che parla a Marco Linari, mostrando anche l'elenco degli imprenditori della zona che  misero anima, corpo e risorse in questa operazione. Sono nomi importanti, tutti: Airoldi, Ferrario, Crespi, Tosi…

Uno, però, mi fa particolarmente male. Tognella. Antonio Tognella. Per me, è una specie di figura mitologica, lo so. Ho letto tanto, ascoltato molte persone, ma più di tutti vale mio nonno, e qui torno bambina.

All'ex Cotonificio Bustese, se avevi un problema, andavi dal Tognella, anzi lui lo sentiva e lo risolveva prima. Nonno Mario ne aveva uno particolarmente pressante: la nonna faceva dentro e fuori l'ospedale. Bisognava assisterla, ci volevano tempo e cure.

- Hai bisogno, Mario?

 A volte, Tognella mandava la macchina con l'autista per portare altri operai, alle prese con un'emergenza per i loro cari.

Tognella, nel piccolo. Tognella, nel grande. E non solo perché custodì l'impero del tessile durante la guerra per poi restituire la parte che spettava a Carlo Schapira, costretto a fuggire (lo ricordo il nipote Roberto Jarach). No, pure questo era scontato: la banalità del bene, come si intitola lo stupendo libro di Deaglio su Giorgio Perlasca (anche se per tanti così non è stato).

Ma non era scontato dire: ci vuole un aeroporto, investiamoci, muoviamoci, andiamo nel mondo. Facciamo qualcosa tutti insieme per il territorio.

Abbiamo ceduto lo 0,055%. E quanto contiamo?

Per questo motivo, oggi  sono triste. Non perché mi senta di aver perso una primogenitura, di cui mi interessa poco. E' che mi sembra, piuttosto, che abbiamo perso una visione, la più preziosa, quella di guardare oltre. Molti, se non tutti. Volere, è volare.


Al riparo

Ci sono luoghi al riparo da indifferenza e da sguardi distratti. Racchiusi nella natura, che sbirciano laghi come gioielli.

Storie di fede, scavate sulla roccia e tra i fiori. Silenzi dove potresti sfogliare l'eternità.

Ogni passo misuro, in questi luoghi, per non essere di troppo. Un tempo avrei detto così. Ora penso: per essere nel posto giusto.

E questo mutamento lo devo a Te e me, insieme.

venerdì 25 agosto 2017

Notte ed è iniziato il giro del mondo

Un ragazzino educatamente vivace si lamenta del treno con il nonno: il problema è che è troppo lungo.

Poi spinge in là lo sguardo: nonno, in aereo quanto tempo ci vuole a fare il giro del mondo. Ammiro l'avo che non sforna una risposta; punta lo sguardo nel buio e poi ammette: non lo so.

Non gli crede del tutto il ragazzo, come timoroso che voglia nascondergli un segreto da grandi. E ipotizza: forse un mese.

- siamo arrivati?
- quasi.

Forse è già iniziato il giro del mondo.

Notte ed è iniziato il giro del mondo.

giovedì 24 agosto 2017

L'amica e la strada

Disastro cronico dell'orientamento, mi perdo ancora più facilmente se chiedo informazioni. Comincio a sudare alla seconda svolta annunciata.

A meno che io mi rivolga a lei. La mia amica che più guida non si può.

Lei non solo ti dà le indicazioni in modo netto, quasi inoppugnabile, ma ti colora il percorso di favola e realtà.

- vai avanti, poi c'è un centro commerciale gigante, gigantone.

Io già lo pregusto, anzi mi sembra di vedere un gigante buono e fremente che mi aspetta.

- e poi una salita, su su su... Poi giù un poco, tutto bene, a destra il ristorante pincopalla, quindi ancora su.

Questo gioco mi piace e non sudo più.

- poi avanti dritto, dritto, dritto, non mollare mai.

Che tu hai solo un dubbio, legittimo: che ti stia offrendo pure indicazioni di vita.

Non importa se io sia immersa nel sole o nella nebbia, se io vaghi in campagna o città. Lei mi dà qualcosa a cui aggrapparmi, sempre.

Notte e sarà andato al suo Paese

Inciampo in una conversazione per strada. Tra un amico che viene da un Paese lontano e uno sconosciuto che vive vicino a me. Il primo chiama tutti per nome, più dell'altro forse.

Il secondo gli chiede dove sia andato un terzo soggetto. E la risposta, quasi esclamata insieme, è: "Sarà andato al suo Paese". Ci ridono su, loro così distanti di provenienza eppure dentro la stessa vita.

Io però casco in una serie di interrogativi. Qual è il suo Paese. Qual è il mio Paese. Quello in cui sono venuta alla luce, quello nel cui asfalto mi sento talvolta intrappolata, quello per  cui altre volte provo un amore quasi disperato. Quello che mi tiene stretta o mi respinge.

Sarà andato al suo Paese, forse tornerà, forse no. Io continuo a camminare nel mio, devota forestiera.

Notte e sarà andato al suo Paese.

mercoledì 23 agosto 2017

Posarsi su una siepe morbida

Posarsi su una siepe morbida, per offrirsi agli sguardi senza eccedere.

Il lago conficcato in fondo al cuore, come un desiderio che sta ancora trovando la propria strada. Lo contemplo, con una carezza a quei fiori a cui mio padre offriva tante premure.

Posarsi sui ricordi e sorridere, è la tua magia.

Notte e finché c'è Vita

Sotto la cappa dei pensieri, si presentano tutte le fortune. Non perfettamente ordinate, altrimenti insospettirebbero.

In armonia, questo sì. E all'ombra di una preghiera le metto insieme e scorgo il filo conduttore. La vita, specialmente dei più piccoli.

Ragazzini salvati che ci salvano un po'. Un fiocco azzurro comparso per una bambina che bambina non è più da un pezzo: oggi è madre di uno splendido piccolo.

Il tempo passa e non mette la testa a posto, ma la vita sì. Comanda lei, sorridendo senza eccessi, e finché è così, io mi sento fortunata.

Notte e finché c'è Vita.

martedì 22 agosto 2017

Ci ritroveremo fuori dalla tempesta

Ci ritroveremo fuori dalla tempesta, come quella che voleva danzare sfacciata su Forio. Come le tante che hanno spazzato via le tentazioni dei sogni.

In un cono di luce, liberi di volare senza sobbalzare in preda alle correnti.

Ci ritroveremo fuori dalla tempesta, e forse riusciremo a osservarla senza paura la prossima volta che si avvicinerà.

Notte e c'è sempre un ragazzino coraggioso su un'isola

Oggi c'era una luce fissa dentro di me, una di quelle che mi gridava: ma sì, vada storto anche quello e quello, l'importante è che sia salvo Ciro.

Ciro, ragazzino coraggioso, sull'isola che ho sempre amato di più al mondo. Ciro e i suoi fratelli, una squadra di amore.

Torno indietro di tanti, tanti anni a Ischia, quando un fratello coraggioso mi raccontò una storia lieve, vestita del pudore della notte: riguardava il più piccolo della famiglia e il padre, che troppo presto se n'era andato. Il più piccolo, era un ragazzino gentile e costretto a essere adulto prima del tempo, senza perdere la sua grazia.

Si chiamava Ciro. Scrissi un racconto, che resta ancora in un cassetto, e da allora ho pensato, oggi di più.

C'è sempre un ragazzino coraggioso, su un'isola. E bisogna affidarsi a lui, per tornare a sorridere.

Notte e c'è sempre un ragazzino coraggioso su un'isola.

Un gesto gentile

Un amico che ho solo sfiorato, racconta di un gesto gentile, compiuto tra la folla indifferente.

E mi assale un gesto gentile, compiuto contro me stessa perché avevo una tale fretta e c'era una tale folla che qualcun altro poteva fermarsi.

Invece Qualcuno volle che mi fermassi io e aiutassi e confortassi qualcuno tra la folla indifferente. Non avevo meriti, se non il Suo sguardo. Ma per quel gesto gentile, che non era merito mio, mi sono convinta di aver ricevuto un'altra grazia: quella di essere presente, mentre la persona a me più cara spiccava il volo verso l'eternità..

Un gesto gentile, senza che neanche noi siamo eroi. Solo umani, nel mio caso colpiti da una Grazia.

Un gesto gentile, ci salverà.

lunedì 21 agosto 2017

Un raggio non ha bisogno

Un raggio non ha bisogno di gridare. Si posa su un fiore, scava tra le foglie con il solletico e racconta che la luce è in ogni nostro passo.

Visibile o soffusa, che solo sfiora il viso. Un raggio conficcato su un fiore selvatico, protetto da un verde paterno.

Un raggio non ha bisogno di affermarsi, ma di donare. Forse come noi.

Notte e un'azalea sempre con me

La mia azalea è così candida che i suoi petali durano pochi giorni. Forse per non destare troppa attenzione.

Non conto le settimane dalla sua fioritura e adesso la terra è arida come la mia tentazione di essere adulta e realista.

Ma il suo candore vivo, lo ricordo ogni giorno. La mia azalea e il pegno che porta, sono sempre con me.

Notte e un'azalea sempre con me.

domenica 20 agosto 2017

Solo una lacrima

Sulle foglie morbide, solo una lacrima . Osserva in disparte la luce che viaggia e si prepara a dissolversi senza attirare troppo l'attenzione.

Solo una lacrima, più vera di tanti piagnistei. Al confine con un grido di gioia, in un'estate non troppo convinta, tanto che anche le ortensie non si vestono di troppi fiori.

Notte e la strada tutta nostra

Di ritorno sull'asfalto, ci concediamo una scommessa: cammineremo lungo la strada che complici mese e orario è vuota, il più a lungo possibile.

Non riusciamo a percorrerla tutta, ma per un lungo tratto sì. Senza sentirci padroni di nulla, solo un po' più liberi di guardare il mondo, anche tra l'asfalto. 

Ci mettiamo da parte, quando arrivano le lamiere urlanti. Ma intanto la nostra allegria, parla più forte senza fare rumore.

Notte e la strada tutta nostra (come la libertà).

sabato 19 agosto 2017

Panzanella a bordo della vita

Panzanella fuori territorio, a bordo della vita.

Dal lago affiora un ricordo antico, di lotte e risate al Palio. Adesso le respiro qui, su una riva amica, e sorrido due volte. 

Panzanella a bordo della vita e delle sue tappe: non importa quanto lontane dicono che siano, io le sento qui nel palato dell'anima.

Notte e quella notte nel deserto

Quando bussa alla mia memoria con tocco gentile, ritrovo con me quella notte nel deserto.

Una sola e in grado di giocare con le mie certezze, come fossero granelli di sabbia. E forse, lo sono davvero.

La notte fredda e pura, con le stelle conficcate dentro non per fare del male, ma per guidarla verso di me, minuscola eppure importante. E i profumi liberati dai sogni, il buio che correndo verso l'alba sceglieva i primi colori da indossare.

Quel cielo, così libero da stordire, solo assaggiato. Quella notte nel deserto, mi ha sussurrato ciò che siamo: granelli di sabbia, leggeri come angeli.

Notte e quella notte nel deserto.

venerdì 18 agosto 2017

Notte e cioè?

Nonostante gli sforzi di stare lontano dal web in queste ore troppo dolorose, ancora squarciate dal terrorismo, ci inciampo di tanto in tanto. E non tardo a riprendere il largo.

Mi colpisce tutto e il contrario di tutto. Guardo lontano e vedo il vuoto, nostro.


Tra i commenti che mi colpiscono di più, c'è il grido "ora basta". Reagiamo, è tempo di finirla, e via dicendo. Leggo queste parole e mi viene da rivolgere un'unica domanda.

Cioè?

ammazziamoli tutti? Tutti chi? Che cosa ci salverà? E chi lo farà? chi urlerà più forte dal web: è tempo di dire basta? Si armerà e partirà? E per dove? O aspetterà che altri scendano in campo? Ma in campo  dove?


vorrei capire. O forse sarebbe più saggio rinunciare e spegnere il computer, prima. Il silenzio come tentativo di balsamo, cercando di combattere il male, forse il primo in noi.

Notte e cioè?

giovedì 17 agosto 2017

Notte e non so cosa accade

Per disgrazia - lontano dall'eufemismo - abbiamo riacceso il televisore. Intercettiamo una serie di analisi che ci mettono i brividi per la sicurezza.

Poi una giornalista chiede un punto di vista a un testimone oculare, a Barcellona. E lui, finalmente libero dal luogo in cui era rifugiato, risponde: non so cosa accade.

Contemplo la splendida onestà di chi è nella tempesta. E le nostre certezze, mi incutono ancora più timori.

Notte e non so cosa accade.

What's up - canzone per la notte

Si era intrufolata nell'auto oggi, quasi a preannunciare qualcosa. Io, tesa a intercettare vocalizzi in uno dei panorami più belli che abbia mai intercettato.

What's up. Che cosa sta succedendo? Io, in fin dei conti, ho pregato tanto per una rivoluzione. Una di quelle che unissero i nostri cuori, non li dilaniasse.

E forse, non ho pregato. Non ho agito, abbastanza. Eppure, quando uscirò di casa domani mattina, chiederò ancora: che succede?

And so I cry sometimes
When I'm lying bed
Just to get it all out
What's in my head
And I, I am feeling a little peculiar

What's up, 4 Non Blondes, canzone per la notte.

Solo un abbraccio

E' solo un abbraccio. L'albero che può raccontare storie di storia cariche, si china sulle altre creature. E dentro, ci capita il lago d'Orta.

Verde, blu, macchie che si insinuano per unire, non separare i due colori protagonisti.

Solo un abbraccio può rendere un panorama ancora più sublime.

mercoledì 16 agosto 2017

Notte e mi dichiaro

Stasera i pensieri corrono indietro ai murales di Braccano.

Quello che mi ha più deliziosamente stravolto, quell'immenso lupo che abbracciava le mura. E come se non bastasse il suo sguardo consapevole, quella frase...

Io abito qui.

Perché c'è sempre modo di dichiararsi, anche quando tutto dovrebbe essere chiaro.

Spazza via le esitazioni e le scuse, come un lupo che scende nel villaggio e si ferma sulle pareti, guardiano delicato.

Notte e mi dichiaro.

Timido il mio scorcio

Timido è il mio scorcio di lago, quando il giorno inizia o sfuma.

Abbraccia tutto senza farsi troppo notare, ma non frettolosamente. 

Così io mi bagno del suo pudore e so dimenticare la sfacciataggine tutt'intorno.

martedì 15 agosto 2017

La curva perfetta

La vita è un ponte  perfetto, una curva  perfetta dove tutto procede su uno schema collaudato.
Ma è quando si ribella a quel viaggio sempre uguale, a quella certezza che la incatena. Quando si aggrappa a un  punto di non ritorno e persino ad esso - ultima certezza - si sottrae.

Ecco, è allora che diventa meno perfetta e più incredibilmente vita.


Un mare di sbarre

C'è una libertà di mare
O un mare di sbarre

Alla fine di fronte persino  alle creature più maestose, possiamo fare noi la differenza.

Quello che libera, imprigiona. E ciò che ha rinchiuso, può aiutare a volare.

E qualsiasi cosa decidiamo, specchiarci grati in questo azzurro creato (anche) per noi.


Notte e le cose non gridate (fanno più rumore)

Ci sono giorni in cui i miei piedi camminano più silenziosi ancora dell'anima. E approfitto per guardarmi attorno in modo discreto o per non osservare affatto.

Dentro, risuonano parole scomposte e quasi sagge. Cose non gridate, che fanno più rumore.

Notte e le cose non gridate (fanno più rumore).

lunedì 14 agosto 2017

Notte e un sorriso del lago

Il lago non si è ancora addormentato, sognando un altro brindisi. Non c'è niente da dire, in una sera che non conosce chiasso, se non il battito furioso del cuore.

Tutto scorre, molto si trasforma, qualcosa rimane sul fondo dell'anima e si lascia cullare. In una terra martoriata, l'acqua ancora non si fa imprigionare in cattivi pensieri.

Un sorriso del lago, l'ultimo prima di assopirsi per risvegliarsi ai rintocchi della festa. 

Notte e un sorriso del lago.

Tutti i colori che mancano

Tutti i colori che mancano, ai miei pensieri, li trovo sparsi tra le creature. E la più immensa che è il cielo, sembra sciogliersi sulle meraviglie della terra.

Un reciproco specchiarsi di sfumature, che dipingono un sorriso invisibile e dunque persino più prezioso.

domenica 13 agosto 2017

Notte e noi spaventosi custodi

Noi custodi, qualcuno ci ha dato l'incarico per chi crede. E per chi questa fede non ha, ce lo siamo presi noi.

Noi custodi, che chiediamo alle creature a noi affidate di comportarsi come noi. O meglio come noi siamo convinti di comportarci.

Così ogni essere, che sia un orso o un minuscolo animale, stasera mi appare più  indifeso che mai di fronte a noi.

Noi spaventosi custodi, che non sappiamo poi prenderci cura nemmeno di noi stessi e ogni giorno troviamo un'arma, una scusa nuove per ferirci.

Ciascuno di noi, chi se ne sbatte di un orso e chi augura analoga fine a una creatura umana.

Notte e noi spaventosi custodi. 

sabato 12 agosto 2017

Il nonno e Kunta Kinte

Sto eseguendo il segno della croce come ordina il nonno al cimitero, e io - ignara nipote - obbedisco. 

Non lo vedo, li sento. Nel cuore di agosto il nonno spiega al nipotino scalpitante: questo è mio padre, questa mia nonna, questo mio nonno, questa mia zia.

La solennità è tale che penso a Kunta Kinte. All'importanza  di preservare la memoria di chi viene prima.

Come se la nostra terra che tutto divora, tenesse a debita distanza la tentazione di dimenticare.

Un nonno, un nipotino al cimitero e la certezza che questo giorno, il piccolo non lo scorderà mai.

Notte e le sorprese alla vita

Guarda, la vita ti fa delle sorprese, furbi dispetti.

E se la vita ti fa delle sorprese, che ne dici di farle a lei? Reagire con un brindisi, una festa, una vampata di gratitudine.

Se la vita ti fa sorprese, tu fanne di più a lei.

Notte e le sorprese della vita.

Dimmi come potrei abituarmi

La tempesta ti ha appena spogliato delle tue esitazioni. Ancora si specchia dentro di te, ma ti sei liberato abbastanza da richiamare scampoli di cielo azzurro.

Sullo sfondo, potrei scorgere ogni volto e finestra.

Invece, vedo solo te, lago.

Dimmi come potrei abituarmi a te. Tanto, non ci crederei lo stesso.

venerdì 11 agosto 2017

Notte e non ho tanta pazienza

E' che non ho tanta pazienza, figurarsi se posso pure tirarla fuori. Magari per dire due volte ciò che avevo espresso chiaramente - ne sono convinta, diamine - prima. Anzi, per essere precisa, ciò che avevo persino pensato prima di tutto in modo così nitido da non essere nemmeno costretta a farlo viaggiare nell'aria sotto forma di inutili frasi o - peggio - in rete sotto forma di inutili post.

Non ho tanta pazienza. Giuro che ne avevo accumulata una discreta dose tra le dita dell'anima, ma l'avrò scambiata per sabbia ed è scivolata via.

No dai, non è questo. E' che certe cose, insistenze, rotture NON meritano pazienza.

Notte e non ho tanta pazienza.


giovedì 10 agosto 2017

Le immagini della felicità

Una tavolata di gioia che si gusta di sguardo in sguardo. Solo sul finale di una magnifica serata tra amici, mi viene da pensare: dovremmo scattare una foto.

Ripercorro senza fiato i momenti felici, specialmente  di quando ero bambina o ragazza, che bisognava immortalare. Una foto, un petalo prezioso da riporre nella serra dei ricordi.

Ora so che non è più così. Scatti una foto, pensi: devo postarla? O la lascio nell'archivio di uno smartphone che si gonfia tra mille inutilità e pochi doni?

Allora dimentico questo pensiero, lo ripongo in un'altra galassia, non in un cassetto. Siamo troppo felici per scattare una foto. E questo momento è così nostro che lo riponiamo, per non sciuparlo.

Notte e l'addio è una risata

Al funerale di una persona che ha sempre cercato di portare amabili momenti agli altri, non c'è posto per le lacrime.

Pensavo di aver riso solo all'addio di Lemmy, quando mi ero sintonizzata mezzo minuto pronta a fuggire e poi ero rimasta incatenata all'atmosfera saggiamente irriverente.

Adesso posso affermare aver fatto il bis, per rimanere nello spettacolo (della vita). Il frate che si addentra nell'omelia, a un certo punto non può più farne a meno, giustamente: devo dire una barzelletta.  E ne racconta una in cui Gesù è irresistibile protagonista, ma non solo.

Le lacrime si infrangono e si insinua una risata.

Ciao, Giorgio.

Notte e l'addio è una risata.

Dov'ero io (che c'ero davvero)

Dopo una trasmissione, mi rimane conficcato dentro questo dubbio.

Italia-Germania: io c'ero. Avevo un paio d'anni. Lo sapevo bene, che avrei assistito a un evento storico. Jim Morrison c'era ancora e io avrei dovuto anche manifestarne piena consapevolezza. Quasi sarei dovuta sgattaiolare via, ad afferrare manciate di concerti.

Italia-Germania: guarda che partita, rovente e vera,  e io dov'ero. Immagino stessi dormendo, cullandomi in una pace che non aveva abbastanza emozioni.

Sì, c'era anche lo sbarco sulla Luna, ma non miravo tanto alto. O forse di più.

E forse, sto dormendo ancora durante una partita cruciale.


mercoledì 9 agosto 2017

Notte e l'ultima luce

L'ultima luce che rimane scolpita alla fine di una giornata, sussurra basta alla musica, come in una canzone dei Doors.

Il cielo si è già confuso di pace e io lo vorrei sfiorare.

Notte e l'ultima luce.

Ciao Giorgio, bisogna cercare altre storie

Quando mi dicono che sei andato via, avverto il bisogno di mettere il cd. Sento la tua voce, mentre domi le compagnie di quelle serate in cui aspettano con trepidazione le tue storie.

Ridere, in compagnia o da soli. Vivere.

E ascolto che hai approfittato di una vacanza per lavorare, per raccogliere altre storie.

Adesso ho capito dove dev'essere andato questo cantastorie che cercava di  renderci felici. In vacanza, ma a raccogliere altre storie per voi.

Ciao, Giorgio.

martedì 8 agosto 2017

Guardiani taciturni

Ci sono guardiani taciturni, che si lasciano andare appena nella brezza.

Più abituati ad ascoltare i segni dei giorni e delle stagioni, con una tranquillità che non è rassegnazione.

Un respiro silenzioso che parla sempre di vita, tra le creature spesso addormentate.



Notte e il momento giusto

C'è un momento in cui afferro tutta la mia vita. Vedo volti del passato, più nitidi che mai, e il futuro ha un gusto familiare.

Un momento quasi sfrontato, praticamente giusto. Come il sorriso che si impadronisce di me.

Notte e il momento giusto.

Have you ever seen the rain - canzone per la notte

Il sole è freddo, la pioggia dura. Pioverà un giorno di sole. Tutte contraddizioni che ci raccontano, per indurci a credere nelle favole.

E a me, di questa canzone piace l'ossessivo richiamo.

Voglio saperlo.

Voglio saperlo.

Avete  mai sentito che la pioggia scende in un giorno di sole.

Have you ever seen the rain, Creedence Clearwater Revival, canzone per la notte.

Dove vanno i ponti

I ponti, non sono convinta di dove vadano a finire. Sopratutto quando si insinuano nella nebbia dell'alba, confusi da una vita tracciata sempre con cura.

Forse approfittano di quella confusione e si rifugiano in un loro sogno, finché non viene battuto dalla pioggia e scoperchiato dal sole.

Ma sono momenti di felicità che fanno brillare più forte la loro solida bellezza di creature pazienti e ribelli allo stesso tempo.

lunedì 7 agosto 2017

Notte danzando con le nubi

Le nubi che corrono, lasciano il posto a quelle che danzano. Momenti di grazia, che osservi senza neanche alzare troppo il capo.

Perché ti senti piccina, ma allo stesso tempo parte di queste strane creature che non restano mai uguali.

Danzando con le nubi, a un minimo sbuffo di vento, puoi scendere nella notte indossando sogni.

Notte, danzando con le nubi.

domenica 6 agosto 2017

La scuola prestigiosa

Sto bevendo il caffè con una persona cara, che sul giornalismo ha provato a insegnarmi tanto. Sul campo, condividendo: oggi le parole ci rincorrono più numerose di trent'anni fa.

Ad un tratto, vedo che saluta con un cenno qualcuno, seduto con i suoi amici. Quando lo metto a fuoco meglio, gli sorrido. E quest'ultimo si alza e viene al nostro tavolo. Mi evoca il mondo delle forze dell'ordine che noi presidiavamo a vista, rompendo un po' ma con garbo e garbo ricevendo da persone come lui.

- vengo qui, perché è tanto tempo che non ti vedo!

Sì, dal giorno in cui andò in pensione. Forse, dieci anni fa. Un volto gentile, una voce che non si è mai innervosita, quando la cronista e il fotografo passavano o quando lei telefonava.

Io dico al mio amico che ho avuto occasione di frequentare con loro una scuola prestigiosa. Io, che ora ho riscoperto il piacere di studiare, sono grata di avere avuto insegnanti straordinari che non mi hanno dato alcun diploma da esibire.

Solo quello della scuola dell'umanità. Giorni sotto il sole o la pioggia di volti e storie, che non scambierei con nessun titolo del mondo.

Notte e tutte le vite in una giornata

Complice il caldo, attraversiamo dall'alba tutte le nostre vite. Che lo vogliamo o no. E quando inciampiamo in un ricordo, ha il sapore di un progetto.


Non sappiamo perderci nel passato, perché già stiamo desiderando qualcosa.

Tutte le vite in una giornata, sospingono verso il futuro.

Notte e tutte le vite in una giornata.

sabato 5 agosto 2017

Notte e mi sfugge via la luna

La luna mi sfugge spesso via, come un rossetto che prende il sopravvento sulla guida delle dita. 

Una sbavatura nel cielo, che diventa un abbraccio tra due punti non abbastanza vicini altrimenti.

Immersa nel cielo nero, frastornata dai lampioni che le fanno patetica concorrenza, lei traballa apparentemente e poi tira fuori il suo miglior sorriso. Come noi, quando siamo impegnati a vivere o a dimostrarlo.

E quella sbavatura mi sembra un gesto di libertà.

notte e mi sfugge via la luna.

Una finestra e un pensiero

Una finestra abbracciata a un pensiero, si apre sul lago sciolto nel sole. 

Finché lo lascia andare sul filo dell'acqua, forse accarezzandolo fino all'ultimo con i riflessi dei suoi vetri. Forse concedendosi persino un'ombra di malinconia.

venerdì 4 agosto 2017

Buon compleanno, Chiara


5 agosto 
Questo primo anno, così pieno di vita. 

Buon compleanno, Chiara. Non solo tra gli angeli, ma nelle nostre vite, piccole e fragili che a stento scorgono frammenti di luce. 


Notte e tutto è chiaro

In questo groviglio di pensieri, impegni inculcati e afa ho un lampo che non mi appartiene.

Non capisco un granché, se vi immergo dentro la testa. Eppure è tutto chiaro. L'estate profuma di vita, oltre la sua volgare apparenza.

Un senso si sfiora, non si afferra. E mi fa il solletico, tanto che scoppio a ridere di vita.

Notte e tutto è chiaro.

giovedì 3 agosto 2017

Sulla strada

Uno sguardo sulla strada ti costringe a fermarti.

A sorridere, a salutare anche se ti dicono che l'altro non può rispondere.

Come se le nostre parole fosse l'unica risposta.

Ciao amico che mi inviti a rallentare.

Notte e può ridere la vita

Dall'altro lato della strada sentiamo risa di festa. E si spalanca un mondo ebbro di vita.

Le nostre lacrime sono ancora fresche, eppure sorridiamo. Non è un paradosso. Pensiamo alla persona che se n'è andata in apparenza poche ore fa, a quanto ha amato la vita e la donna sempre al suo fianco.

Forse questo brindisi, ci pare persino dedicato un po' a lui.

Può ridere la vita in ogni istante. Anche quando piangiamo.

Notte e può ridere la vita.

mercoledì 2 agosto 2017

Notte e sfoglio mondi

Sfoglio mondo, su libri e mappamondi, ma mi scivolano via.

Nessuno resta sulla mia pelle incuriosita da tanta varietà.

Se non tu.

Notte e sfoglio mondi.

Se un albero sfiora un sogno

Un albero sfiora un sogno, che dalla sofferenza libera verso una strana felicità.

Strana perché si stacca dalla sofferenza senza calpestarla e porta dritti nel cuore, dove nessuno ci può raggiungere se non per il tempo di un bacio.

Se un albero sfiora un sogno, forse possiamo essere liberi.

Tra motori e gesti gentili

C'era un papà che era così alto e da piccola non riuscivo a guardarlo negli occhi. 

Ma lui era gentile, di quella gentilezza che non fa troppo rumore, e si chinava. Poi sono cresciuta, eppure l'ho visto sempre compiere quel gesto cortese in tanti modi.

Anche portando il paté speciale di un amico che speciale era ancora di più, a mio padre ogni Natale e intanto non facendogli mai mancare una chiacchierata e un'occasione di svago. Un'amicizia che non doveva farsi notare, per essere autentica.

E quando non poteva più rinnovare questo rito, perché il mio papà era volato in cielo, l'ha sempre fatto con la figlia. Aprendo le porte e il cuore, parlando di motori e della sua città che cambiava, mostrando le sue radio e il suo mondo. 

Tutto questo accanto alla sua Giovanna, certo. E accanto a lei non poteva che voler essere ancora.

È così naturale, anche se non meno doloroso, signor Vincenzo.

Perché mi mancheranno il vostro spalancare porte e cuore e il vostro prendervi cura degli altri, senza rumore.


martedì 1 agosto 2017

Dialoghi reali - Pioverà

- comunque pioverà.

- non lo afferma alcun bollettino meteo.

- come no. L'hanno detto in tv: sulle Alpi pioverà.

- Ma non siamo sulle Alpi, noi.

- che importanza ha?

Trascurabile.

Notte e sarò sempre golosa della vita

Quando scappiamo via, possiamo farlo anche vicino, perché le distanze si annullano. Difatti, si presenta lui, re bonet.

E ho cento ragioni per non sceglierlo, una in più per osare.

Sarò sempre golosa della vita o finché lo sarò, la vita lo sarà di me. Intanto la gusto in ogni piatto del tempo.

Così mi prometto: sarò sempre golosa della vita, che io ci provi o no.

Notte e sarò sempre golosa della vita.

La-scia-re

Lasciare la scia, nell'azzurro dei pensieri. Lasciarsi alle spalle Tutto, eppure ritrovarsi. 

La-scia-re come non portarsi via tutto e sentirsi quasi un re.