Ottocento milioni di respiri, in una vita lunga e saggia. Non riesco a contarli, mentre Giuseppe ci apre la porta su questa perla custodita da lontano, nella tradizione yoga.
Ottocento milioni di respiri. Una fitta mi sfiora: tantissimi, non infiniti. Anzi, in un lampo vi avverto dentro il nostro limite.
Ottocento milioni di respiri: la forza di ciascuno da custodire, gestire, soppesare.
Come ottocento milioni di pensieri: ti perdi dentro, eppure sai che è nulla, in confronto alla storia del mondo.
Solo ottocento milioni di respiri: mentre torno a casa, scorgo le luci del nostro santuario che mi fa perdere felicemente nel tempo. Anzi no: galantuomo o tiranno, il tempo non esiste, come mi ha assicurato la Kabbalah.
Grata per ogni respiro, io cerco di essere come mi è stato donato.
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