lunedì 29 agosto 2022

L'intelligenza artificiale - se non mi riconosci

 

Chiamala intelligenza artificiale. Qualche giorno fa, mi ero intestardita a non digitare più, ma a impartire solenni ordini all'app del telefono.

Così le ho intimato di chiamare mia zia, operazione minimalista, poiché nei contatti c'è un solo nome alla parola zia.

Invece, la app, più cocciuta di me, mi ha mandato un messaggio in crescendo freudiano. Prima mi ha sibilato che non aveva alcun contatto in agenza riconducibile a una zia, quindi mi ha offerto la fredda, risposta finale.

- Del resto, non so nemmeno chi sia tu.

Certo, sono la cretina che pensava di tenere in mano il mondo, perché avevo te, cellulare. Sono lieta, tuttavia, di essere irriconoscibile per te: forse ho persino una speranza. Perché ero convinta di essere irriconoscibile davvero, un mistero assoluto in un mondo confuso, quindi così calata nelle sue mancate ubiquità. 

domenica 28 agosto 2022

Il mondo, spine e cielo

 Il mondo, spine e cielo. Frutti e nuvole che cercano di sorridere. Io mi immergo nei colori e mi specchio in quel riccio, che danza un po' goffo nel vento e si sporge vorace verso il nuovo giorno.


sabato 27 agosto 2022

A piccoli passi, tu che sei immenso


A piccoli passi, persino tu che sei immenso. E io che sento di non muovermi mai abbastanza dall'orizzonte della vita. Da te gli occhi miei respirano lezioni di umiltà. Anche se so che non sei tu a scendere dal tuo trono, mi vieni incontro con la tua anima.

venerdì 26 agosto 2022

Generalizzando, scorre via l'Amore. Non sei un cane, ma un dono di Dio


Ogni tanto, anche oggi dichiarata Giornata mondiale del cane, sfoglio vistose o soffocate generalizzazioni. Peccato, perché generalizzando scorre via l'Amore, e la Vita.

Io oggi non festeggio Fanni, perché lei non è il cane o un cane. È il mio cane, in senso non di possesso ma di appartenenza, come io faccio parte di lei.

Se il Signore, che ha creato tutte le creature, mi avesse dato il figlio per il quale a lungo ho combattuto, io avrei preso subito un cane accanto a noi. Ogni altro ragionamento mi è estraneo, perché mi interessa Vivere, non dire la Verità o imporne una agli altri.

L'avrei fatto, perché ciascuno di noi è una creatura che completa l'altro. Fanni è arrivata a soffiare via le lacrime dopo un anno disastroso e ha fatto un sacco di cose in questi anni, oltre ad amarmi. Ha allevato i gatti, ha tenuto d'occhio la nonna, ha riempito di baci una marea di persone, ha salvato un merlo e molto altro ancora.

Io non ho definizioni per lei, perché ne racchiude tante. È nostra figlia, si comporta da mamma anche con me, fa la sorella complice, è un'amica impagabile, non solo racchiusa in messaggistica varia.

C'è qualche vuoto a perdere che pensa: al cane basta dare da mangiare. Ma lei non è il cane, è la mia Fanni. Quando torno a casa, lei non mi cerca mai il cibo: urla di gioia e corre a prendere il gioco, che è un modo per stare con me. 

Tante volte mi ha stupita, in un caso mi ha lasciata senza fiato. Mi venne un dolore forte, fortissimo per due giorni, che nessun medicinale mandava via; lei una sera arrivò, saltò sul letto e posò il muso sul punto dolorante per ore. Il calore del suo fiato mi fece andare via il dolore testardo e non è tanto questo che mi ha sorpresa.

Piuttosto, il fatto che lei sapeva esattamente che soffrivo e dove. Molti, non si accorgono neanche che stai male: vorrei dire, quasi tutti, ma starei generalizzando. So che lei ascolta anche ciò che non dico e non sapevo di aver nemmeno pensato.

Non perché è un cane, ma perché è Fanni. Un dono di Dio.

lunedì 15 agosto 2022

Siamo tutti ultimi, almeno una volta. E per gli Ultimi dovremmo muoverci



Una volta almeno, ci troviamo tutti nelle condizioni di ultimi: che ce ne rendiamo conto o no. Ci sarà sempre un momento in cui la nostra parola, il nostro pensiero, persino le nostre vite saranno considerati di poca o nessuna importanza da qualcuno. In cui scivoleremo in fondo a una lista non scritta, banale o drammatica. 

Anche per questo, dovremmo fermarci e riflettere su quanto sta accadendo alla Sfattoria degli Ultimi. Un nome schietto e profetico. Si tratta di un santuario che si prende cura di più di cento animali tra maiali e cinghiali salvati da condizioni di disagio e maltrattamenti a Roma e che ora è tristemente sotto i riflettori per il dramma in cui è stato gettato: il provvedimento di abbattimento di suini che non sono ammalati e sono isolati dagli altri, vivendo in un santuario. Provvedimento decretato a causa della peste suina per cui era scattata la zona rossa. 

Per chi ama gli animali, che sia vegetariano come me o vegano, anche per chi non lo è ma percepisce il paradosso doloroso di questa vicenda, è un colpo al cuore. La mobilitazione di tante persone, giunte da tutt'Italia, ha gridato proprio così e adesso si vedranno gli sviluppi giudiziari, mentre la politica è poco o niente pervenuta. 

Eppure quanto sta accadendo riguarda tutti noi. Riguarda ogni ultimo, quindi ogni essere umano, ogni animale, ogni esistenza. Se passa questo principio per cui si possono uccidere animali sani, animali d'affezione, microchippati, che cosa potrà accadere alla prossima diffusione di un virus che può riguardare altri tipi di bestiole? Un'autorità sanitaria ci potrà dire che si dovranno uccidere ad esempio i nostri cani, i nostri gatti, i conigli per prevenire una malattia? Questo dubbio affiora, perché in quel momento sarebbero loro gli ultimi, e magari ci verrà detto che la loro vita è meno importante di altri obiettivi da raggiungere. E noi, staremo a guardare?

E poi siamo ultimi anche noi umani. Possiamo esserlo. La storia ce l'ha dimostrato e ce lo continua a dimostrare. 

È un bivio drammatico, ma anche illuminante.

Protestare pacificamente ma fermamente e muoversi per gli Ultimi è una battaglia di civiltà. Ed è persino un atto di egoismo, proprio perché siamo tutti - almeno una volta - ultimi.
AGGIORNAMENTO 15 AGOSTO qui

giovedì 11 agosto 2022

Me lo fossi sognato

 

Tu immagina se me lo fossi sognato un cielo così, indeciso se tornare indietro. Io se andare avanti. Così, per scarna magia, ci siamo incontrati.

Parole di troppo

Ci sono i silenzi di troppo, e le di troppo parole.  Stasera, ascolto solo te come quasi mai sono capace di fare. La voce che non conosce invadenza, né reticenza, risuona nel chiarore della sera. Ti aspetterò o mi metterò in viaggio: comunque, ci incontreremo

 

martedì 9 agosto 2022

Buon viaggio Olivia. Ci racconteremo ancora tutto ciò che faremo e ti faccio una promessa (con Rizzo )

 Io sogno e rido, mia mamma indossa un sorriso che vuole coprirmi dal dolore. Il mio incontro con Grease è stato questo, come un'ultima traccia di spensieratezza. Che adesso, sta appiccicata a fatica sul volto dell'anima.

L'ho già accennato in passato, la storia di quelle due maschere dello spettacolo che si univano nella vita. Eravamo a Milano per un motivo drammatico, un luminare doveva vedere gli esami del mio nonno Mario. Non lo sapevo, non dovevo saperlo, ma il verdetto fu tragico. 

Io appresi solo che a Milano, dopo una misteriosa tappa, saremmo andati al cinema a vedere Grease. Olivia Newton-John era per tutti Sandy e io per fare la dura dovevo mostrare che non cadevo nei cliché, che tifavo per lei e Danny, ovviamente, ma che il personaggio da sostenere contro ogni ragionevolezza era Rizzo. A mente fredda, anni dopo, avrei privilegiato proprio una canzone interpretata da Stockard Channing, che proprio ora risento per dire addio a Olivia e non è un controsenso.

Che poi, addio... salirà su quell'auto con Danny e sparirà solo dai nostri occhi, ma la sentiremo, eccome. Ci racconteremo tutto ciò che avverrà nelle nostre vite, anche quando a tratti diventeremo adulti sul serio.

Farà un'uscita come nel video di Xanadu, la canzone che mi piace sentire per le sfumature e la forza della sua voce. Come Physical, grida la capacità di osare e scherzare allo stesso tempo: chissà se è vero che doveva essere servita a un uomo, questa canzone, e la volle lei.

So che quando ho stretto il disco di Grease tra le mani, era un regalo di Natale da fare i salti di gioia perché allora gli Lp costavano e si compravano con il contagocce. Che quando divoravo il film nella sala milanese, non sapevo che di lì a poco avrei perso il mio nonno adorato per un tumore.

Seppi troppo presto che anche Olivia Newton-John doveva combattere contro il cancro. L'ha fatto con la sua energia, la sua dignità, l'attenzione al dolore degli altri attraverso la fondazione. 

La spensieratezza per me era aggrappata a uno scenario fragile. In dissolvenza con la scomparsa di Jeff Conaway, fondamentale per chi ha il culto dei secondi come me. Con il trascorrere degli anni, avevo imparato anche a ritrovare il coraggio di vedere Sandy con occhi autentici, un po' come mi era successo con Melania in Via col vento: la vera forza è la coerenza, lo sguardo che poni sulle cose e allora non ci sarà delusione che potrà ferirti, allora sarai un riferimento saldo e profondo per gli altri.

Con questa consapevolezza non posso negare magone e lacrime aperte, in queste ore. Per Olivia che ha terminato - non perso, come non la persero mio nonno e troppe persone a me care - la sua battaglia qui e adesso che è salita con l'auto in dissolvenza fino a lassù dovrà intraprenderne delle altre per il bene di questi testoni di umani e la natura ferita.

Poi, però, cerco di dire basta a quelle lacrime perché forse mi stai guardando. Lo faccio, con la canzone di Rizzo, Sandy non ne avrà a male, e tanto meno una creatura come Olivia che Stockard e le altre "ragazze" oggi ricordano nella sua generosità.

Piangere di fronte a te, è la cosa peggiore che potrei fare.

Non l'ha fatto mia mamma, nel buio di un cinema, per me. Adesso, provo a smettere anch'io, perché quella spensieratezza era già strappata, eppure non me la porterà via nessuno. Come nessuno porterà via te.

Grazie, Olivia.



sabato 6 agosto 2022

Il sole anche di lotte

Sfiorarsi, sbuffare, crescere insieme, ciascuno con la propria, dolce testardaggine. Castagno e Bruno, ormai così vicini da mormorarsi segreti e da abbracciare il sole insieme.
Il sole, complice di sorrisi e segreti, e anche di lotte, quando i rami si toccano e si intrecciano in un duello immaginario. Poi, la brezza si concede finalmente e li allontana: allora sono forse indecisi se respirare un po' o cercarsi ancora. Magari per catturare il sole, insieme. 
E offrirlo persino a me, muta spettatrice in terra piemontese, che ne prendo un pezzetto e lo mangiucchio con gli occhi, mentre su di voi sosta, sincero, per sciogliersi poi nel lago Maggiore.


 

lunedì 1 agosto 2022

Isole attraversate come un’adulta

 Il primo e unico autostop a 16 anni per andare in discoteca, lontano migliaia di miglia da casa. La radio strillava “Such a shame” e come darle torto.

Il ritorno all’alba incerta, nel silenzio dei boschi interrotto solo da ululati. E isole attraversate come un’adulta, senza saper nuotare, rassicurando un guardingo papà al telefono.

Era il 1984, ero tremante e a tratti invincibile. Come tanti altri; più fortunata soltanto. Più fortunati io e la mia famiglia che mai ha dovuto svegliarsi sotto un nitido e lancinante presagio.

Ciao, piccole.


Senz’altra fiamma


 Quieta la piazza, come l’anima, eppure gli umani ora sono timidamente più numerosi dei colombi, confidano i negozianti 

Tra quelle mura, poi, tutto si placa, anzi prende fuoco: pregate sempre, non c’è altra fiamma in un mondo che si spegne di senso.

Dentro la basilica di Sant’Antonio, risuonano tutte le lingue. Eppure c’è un silenzio pieno di amore.