Non fidandomi di me stessa, fermo una cortese signora per chiedere dove sia un edificio. Lei si illumina, mi traccia la retta via e aggiunge: lo vedrà subito, perché è bellissimo.
In mezzo al cemento, o così mi pare, mi avvio desiderosa di ammirare cotanta bellezza. Che a momenti perdo. Perché, diciamolo, è proprio anonimo; anonimo, capite, perché affermare che è orribile, è già fargli i complimenti.
Mi rendo conto di dove provengo e di quanti tesori sia io circondata. Di quanto sia ingrata, pure. Nel giro di pochi minuti, mi sento ingrata nei confronti della signora.
Il mio vanto così poco esibito, e lei entusiasta mi perdoni: merita un tesoro più di me che non so affrontare una minima, e convincente caccia.
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