Guardo un bimbo in viaggio verso Roma, verso il Papa. Ha due mesi appena e non può non farmi pensare a te.
Non eri molto più grande, quando hai cominciato a graffiare i cieli. Eri così piccolo quando volasti in Inghilterra, ma lassù sembravi più fragile tra le mie braccia il giorno del battesimo.Ben presto avresti avuto lo sguardo del pilota, più che del passeggero.
Contemplo questo primo viaggio e penso che ciascuno ha un primo viaggio, che sia da zero o una ripartenza, di pochi metri o proiettato nello spazio. Basta che lo sguardo si perda e si è in cammino.
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