Con il mio fraterno amico laziale non posso. Come vi ho già detto, è un antico accordo non scritto che l'uno non sfotta l'altro dopo il derby. Una volta, lui lo violò, ma l'ho perdonato. Non è vero, tuttavia gli voglio bene ugualmente, of course.
Accordo mantenuto con fatica, tant'è che ieri ho esitato a mandargli una mail con altro oggetto e l'ho riletta tre volte per verificare che non ci fosse anche la minima frase facile a prestarsi all'allusione.
Con il caro Roby non posso, perché mi ha scattato lui la prima foto con Totti ed è compagno di tifo tigrotto.
Com'è dura vivere a Busto e avere metà cuore giallorosso. Vivessi a Roma, penso, potrei far rosicare qualcuno. E mentre coltivo tali delicate riflessioni, sento un "Buongiorno, Marilena, come va". Il maestro che conosco da più di 20 anni, mi chiede dove sono, cosa faccio. Mi illumino,perché ho la mia grande occasione: è laziale! Ecco che allora gli rispondo, ma cominciò: eh eh, maestro, dai... In questi giorni non mi faccia parlare, che poi si pente.
Dalla sua faccia perplessa capisco che non si ricorda minimamente che sono romanista.
Che mondo orribile, dove manco ti puoi gioiosamente sfogare.
Ps un saluto ai miei cari amici laziali.
Nessun commento:
Posta un commento