Dubbiosa e soffocata, prendo un bel respiro. Perché penso a una persona che ha afferrato un treno e il suo tempo. Si è presa del tempo per leggerti, ascoltarti e capirti. Non ti ha convocato via facebook sotto gli occhi di mezzo mondo e si è rallegrata quando sono scomparsi tre sguardi dipinti di azzurro e grati, debitamente annunciati.
Un cappuccino ritardato dall'ombra di una tragedia. Ma vogliamo guardare il sorriso del cielo.
Si è presa tempo per te, senza gridarlo, e prima ancora ti ha sottolineato. Tanto che ha scavato in te più di quanto tu abbia fatto nei momenti migliori.
Si è presa del tempo per te, sui binari e in una splendida stazione arrugginita dalla folla. Per stare accanto a te e agli altri, mentre tutto correva.
Grazie.
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