domenica 22 settembre 2013

Il poeta, la terra e il fratello traditore (ul naguta)

Che paradosso, o è proprio l'aspro sapore della vita. Mentre ho sfogliato poesie bellissime, hanno assassinato un poeta.

Sui media italiani stento ad accorgermene e non mi scandalizzo. Ciascuna delle vite spezzate a Nairobi è una tragedia. Ringrazio Einaudi che lo racconta: Kofi Awoonor è citato tra le vittime. Una voce dal Ghana, che doveva risuonare a un festival vicino in queste ore.

Lo conoscevo? No. Apprendo ora i suoi versi e non riesco a non commuovermi, a ogni parola. Scopro un suo libro, dal titolo Questa terra, mio fratello.

Fratelli, che si uccidono, che uccidono e che tolgono ogni speranza in apparenza. Stiamo correndo nel nulla. Poi, come per reazione, mi sovviene una delle poesie di Luigi Giavini (Cirléi, Nomos), la prima che mi aveva colpito, quando la lessi. Ul naguta, il nulla. Non esiste, il nulla; all'origine di tutto c'è stato un gesto d'amore.

E dedico questa convinzione a un poeta e a tutte le vittime innocenti.

Hanno mandato gli operai a tagliare quell'albero piantando al suo posto un'enorme insensata cattedrale di rovina. Kofi Awoonor Einaudi Editore su Twitter




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