La storia di Faraaz - e spero di scriverne giusto il nome - mi ha aperto fin dall'inizio la porta verso il dolore e la speranza: due stanze spesso troppo vicine.
E c'è chi mi rimprovera, non rendere eroe un ragazzo perché musulmano.
Infatti.
Lo ritengo eroe - lui che è tornato dalla salvezza già mostrata per abbracciare le sue compagne e morire con loro - perché un ragazzo. O meglio, perché un uomo.
Una fede sincera preserva dal male e dall'ignavia. L'umanità, prima di tutto.
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