Il mondo si sbriciola di dolore e questa volta la distanza non ci mette del tutto al riparo dalla consapevolezza che tocca a noi, che ogni volta tocca a noi e stavolta persino di più, se possibile.
Una strage di follia avvinghiata alla crudeltà. E se ne va persino Elie Wiesel, con le sue ferite e il suo tentativo di dare speranza. Una giornata buia, in cui si potrebbe solo piangere o cercare di sorriderci per consolarci: forse entrambe le cose, immagino.
Invece, continua la nostra gara di veleni quotidiana. E c'è una partita, insultiamo chi la vede o chi non la vede. E chi ci ha superato in strada, è un nemico giurato. E chi ha detto una battuta, è un deficiente. E un errore è la fine del mondo, mentre il mondo è già finito se non cominciamo a fare qualcosa, adesso.
Tanto insultarci e ferirci, quando potremmo piangere. Potremmo solo piangere. E se proprio avanzassimo delle energie, potremmo sorriderci per consolarci e cominciare a fare qualcosa per ogni uomo.
Notte e potremmo solo piangere.
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