giovedì 10 agosto 2023

Non c'è un altro momento

Castagno e Bruno si abbracciano: possono farlo con ulteriore slancio, perché il primo è stato ferito. Si dice, da un fulmine. Così ciò che è una mancanza, un dolore, diventa un vuoto da riempire. Castagno è il più anziano qui, quindi saggio: il suo nome è questo, non generico ma infinito. Il pino Bruno fu chiamato così da piccino, in omaggio a chi me l'aveva portato, e ora dove l'altro non riesce ad allungare i rami, sembra pensarci lui. C'è anche un terzo incomodo, che però si è accomodato benissimo: un ciliegio piccino, che si è accoccolato sotto Castagno. È così perfetto e fragile quell'abbraccio, specchio di tanti altri frammenti della vita. In fondo, non c'è un altro momento per abbracciarsi, per sciogliersi in una risata, per spargere lacrime folli oppure ordinatissime, per correre via, per scivolare sull'erba levandosi le scarpe. Tutti così perfetti e fragili, che dobbiamo scegliere questo momento una volta per tutte e una volta sola.

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