Abbraccio i tuoi colori, come un tatuaggio mi scavano rovi e altri aspri segni, cado per terra a respirare il movimento che si percepisce là sotto, movimento che intuisco immenso.
Libera schiava della collina, non posso che viverne ogni traccia, con gli occhi, le orecchie, la pelle e l'olfatto. Lo strazio peggiore è allontanarsi, anche se il lago si fa più vicino: ma per quanto, per troppo poco, perché sono poi intrappolata nell'asfalto della città.
Eppure quando mi allontano, è come se ritornassi da te. Collina birbante e serena, che metti in ordine passioni e dolori, forse non possiamo rimanere veramente lontane. Neanche quando si insinua persino la notte tra di noi.
Notte e quando mi allontano (sono più vicina a te).
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