Tutti galvanizzati dal rigore parato, veniamo riportati alla realtà dal grande portierino. Che - leggo sul sito del Pro Patria club - replica: " io campione? Se andavo dall'altra parte, sarei stato un c...".
Così è l'umana incostanza, Andrea ha ragione. Ma per noi in quel momento è stato eroico, per tanti ragioni. Né dimentichiamo che la prima volta che scese in campo anni fa, dopo l'espulsione del primo portiere, fu proprio su un rigore che parò.
Il suo eroismo, in realtà, anche oggi forse è darci una speranza. Perché ho incontrato diversi eroi oggi allo stadio, non in campo. Eroi silenziosi, che cercano di vivere e di credere in qualcosa, sotto la bufera.
Mi risuona in mente un dialogo tra due tifosi, mentre andavo alla macchina.
- domani andrai più felice a lavorare
- non proprio... Sono in cassa integrazione
- ah... Anch'io, vado martedì.
Non scompare il loro sorriso, perché non si può cedere, o mostrarlo. Ecco due eroi, nascosti tra gli altri. E do loro l'abbraccio che in quel momento non ho osato offrire.
Grazie, Andrea, grazie a ciascuno dei ragazzi, perché hanno fatto sorridere gli eroi.
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