Ho sognato la città che si ritraeva, sotto una nebbiolina fuggente. Che lasciava parlare solo le luci, finché poteva, poi zittiva anche loro.
Ho sognato passi che percuotevano le pietre, poi se ne pentivano. Tanto che l'eco, si poteva sentire appena. E' quando sogno la città austera e timida, che si ritrae prima di spiegare le ali... è allora che mi commuovo e potrai tornarci una, cento, mille volte. Per vederla in quell'attimo che precede il volo.
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