Quando sei ragazzo, lo neghi perché vuoi gridare di essere unico. Poi ti addentri nella vita e cerchi le somiglianze, improvvisamente rassicuranti, soprattutto se le persone alle quali assomigli non ci sono più.
È forse un modo di tenere in vita chi la vita ti ha dato, e non ti rendi conto che questo dono continua. Una piega delle labbra, una nuvola negli occhi, un vezzo che non si può imprigionare e, improvvisamente, state ancora vivendo. Insieme.
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