Non c'è pioggia che serva a cancellare in me la tristezza per i marò. Per le vite, prima che per la figuraccia, e per come li abbiamo lasciati in una matassa soffocante di cui non individuiamo il filo portante, una via d'uscita.
Mille giustificazioni e nessuna certezza. Forse per convincerci ci voleva un gesto forte. Un ministro che partisse per l'India, tipo. Se non addirittura al posto loro. Sogno altri tempi in cui nobili ostaggi si offrivano.
Ma certo sogno e basta. E prego per loro come per quei pescatori, per le famiglie tutte, che questa matassa avvolge e niente la può alleviare.
Prego per il mio Paese che raramente ci fa sentire tutti uniti, o forse tutti uniti non vogliamo essere mai.
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