Che strano è stato diventare amici, dirsi molto di più e non potersi dire altro ancora. Oggi che ti vedo sofferente e avverto la tua tristezza, vorrei raccontarti come tu sia stato prezioso quando eravamo stampati in altri ruoli.
Stampati come le pagine che ci hai invitato a girare. E forse le avremmo strappate, se non avessimo temuto l'arrivo di un personaggio torturatore come nell'Attimo fuggente. Mi hai insegnato a ricercare, prima di tutto dentro di me, e a non crogiolarmi nei miei pensieri.
Mi hai insegnato a ribellarmi. Anche contro di te, rigettando un libro che ti sembrava un pilastro. Ma ormai dei pilastri diffidavamo, grazie a te. Ti scandalizzavo come potevo, magari suonando Pissing in a river a casa tua: e in quel caso capivi benissimo l'inglese. Tu e lei, ci avete sempre accolto in un'atmosfera quasi fatata, che mi manca.
Uno dei libri che ho respinto, adesso è incollato al mio cuore. Anche per questo, ti chiedo di ribellarti al dolore e alla tristezza oggi.
Dalla tua piccola ribelle che non osò gridare Mio capitano.
Avanti...
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