Un cartello su una bimba luminosa avverte: il sorriso parla la stessa lingua, per tutti. Non significa che tutti i sorrisi siano uguali, ma che siano narratori sì. Rivelano, gridano, sussurrano, mettono il broncio persino loro.
Il mio sorriso preferito - quello che se intercetto, riverisco con entusiasmo - quello che conversa, non chiacchiera. Si può persino far fatica a individuarlo, ma perché non ama urlare. Si insinua nelle vite attorno e fa scivolare un incoraggiamento, un aneddoto, una storia lieve. Di solito, non si ferma molto, ma non perché ha fretta: ha molte persone di cui si deve prendere cura.
Corso in sorriso nella facoltà di lingue: pensate che materia fondamentale per far dialogare meglio il mondo.
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