Ringrazio la mia amica che mi ha ricordato ieri come andarono le cose e dopo tanti anni la mia gratitudine va espressa a quell'insegnante che ci trasmise la lezione più importante. In classe con noi, ad un certo punto doveva entrare un nuovo compagno e lei si batté per averlo; lo fece coinvolgendoci, in un momento in cui non era proprio scontato.
Anni Settanta: le acque a scuola erano agitate, le famiglie dubbiose.
Questo nostro nuovo amico aveva una disabilità. La stessa di una mia cuginetta, quindi per me non era una novità apparentemente. Tuttavia, differente era stare in classe tutti i giorni con un bambino come lui, rompeva i nostri collaudati schemi e alcuni genitori esternavano appunto dei dubbi a proposito dell'impatto sulle lezioni.
Sono grata ancora, a questo compagno che ci ha offerto il suo affetto in quegli anni e ancora oggi, per ciò che mi ha insegnato. Ma dopo tanti anni e in un mondo dove troppi denigrano e vogliono isolare chi è visto come diverso (e ognuno di noi lo è), mi spiace di non poter abbracciare riconoscente la mia maestra.
Questo nostro nuovo amico aveva una disabilità. La stessa di una mia cuginetta, quindi per me non era una novità apparentemente. Tuttavia, differente era stare in classe tutti i giorni con un bambino come lui, rompeva i nostri collaudati schemi e alcuni genitori esternavano appunto dei dubbi a proposito dell'impatto sulle lezioni.
Allora la maestra fece votare noi. Felici, alzammo la mano e riuscimmo ad avere questo nuovo amico in classe. Non ignari, ma più in profondità consapevoli.
Sono grata ancora, a questo compagno che ci ha offerto il suo affetto in quegli anni e ancora oggi, per ciò che mi ha insegnato. Ma dopo tanti anni e in un mondo dove troppi denigrano e vogliono isolare chi è visto come diverso (e ognuno di noi lo è), mi spiace di non poter abbracciare riconoscente la mia maestra.
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