Forse passerò per irriverente, se proprio stanotte scelgo una canzone che è una strana preghiera. Si libra da un salmo, lo esalta e lo distorce, implorando liberazione.
Ma con Patti Smith è così. Ci sono canzoni sue che non riesco a suonare e vivere, perché infliggono una ferita a ciò in cui credo. Questa non mi sembra, no davvero.
Set me free. I giorni di amore e tormento, le notti di rock'n'roll che c'entrano. Tutto c'entra e si fonde con un grido a Dio. Dammi qualcosa da dare. Il mio corpo duole, ma non voglio simpatia. Che ce ne facciamo, della simpatia?
Ci vuole una liberazione... Lei chiede una ragione per vivere, o la sente già in sè? E perché il vero titolo di questa canzone è Privilege? Forse perché amare e vivere sono un privilegio, e in essi già c'è la libertà di cui abbiamo bisogno?
Non lo so. Quando ho dubbi, quando ho freddo, quando sono triste o felice, comunque cerco queste note, questa invocazione. Perché non si è mai liberi abbastanza.... Ma anche se dovessi camminare in una valle oscura, non avrò paura.
Privilege (set me free) canzone per la notte.
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