Oggi sarebbe venerdì. Lo scrivo con questo condizionale timido, non perché ho la solita incertezza di data mattutina, ma perché mi vergogno.
Pur avendo le mie idee e deformazioni, ho sempre amato la Quaresima, lo sapete. E all'inizio mi metto a studiare a cosa posso rinunciare. Tanto più il venerdì, che è giorno di magro e - sarebbe meraviglioso - dovrebbe indurre al digiuno. Oggi siamo moderni, nel bene e nel male, e quindi potremmo digiunare da qualsiasi cosa.
Perché stare senza cibo - mi spiegano e accetto frettolosamente - non si può, visto che devi lavorare. Non so perché, ma ho la sensazione che i miei avi nei campi e nelle fabbriche ci riuscissero benissimo. Allora rinuncia alla tv, mi dicono, e mi illumino, perché non l'accendo mai; già, ma allora che sacrificio è. Stacca la rete. Sì, ma mi serve anche per comunicare con le persone che amo.
Dopo un quarto d'ora, ho mal di testa e tutto mi sembra irrinunciabile. Poi, però, puntiamo gli occhi sul Papa e applaudiamo alle sue rinunce, come se le avessero fatte noi.
Che gli altri rinuncino, io ci devo ancora pensare. E non credo di essere la sola ad applicare questo bizzarro teorema.
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