Immaginare la più devastante fame che ci sia e scomodare tutte le belve dell'universo. E che banalità.
Ul pá Carloeu riporta una parola magica per esprimere lo stesso concetto: gurdisciatu. Un termine solo, e che sarà mai. È che, come spesso accade, il dialetto è una contrazione di un concetto lunghissimo, come se avesse colto l'essenza e non avesse bisogno di nutrirsi di molte parole.
A differenza del gurdisciatu. Che è "ingordo come un rospo sofferente di lungo digiuno".
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