Ci siamo, oggi grande festa, anzi almeno per quattro giorni e poi ci sorbiremo convegni o manifestazioni come una lunga scia. Del resto 150 anni non è un compleanno, è un supercompleanno.
Il mio tricolore è uscito dal cassetto ancora oggi, nonostante sia guardinga verso la retorica. Uscirà ancora, per le tue occasioni speciali, e se devo essere sincera oggi lo espongo per un motivo in più che non c'entra direttamente con te.
Perché, diciamocelo, Italia: tu sei adorabile, certo, difatti al mondo tutti ti sorridono e si complimentano, ma pochi ti prendono sul serio. Agli occhi di molti sei una pasticciona, o inaffidabile, e a volte ce ne convinciamo soprattutto noi. Ma resti il mio Paese, profondo o raffazzonato, serio o con aria svampita, tu sei questo schermo su cui si stanno dipingendo, uniti ai tuoi, i colori della mia vita.
Devo pensare che il prozio Pietro riposi là, a Redipuglia, per niente? Per un involucro vuoto e che va a pezzi?
Ma ti ho promesso una ragione di più per starti vicina oggi, cara Italia, e non sei tu. Non è neanche questo mirabolante compleanno. E' un altro Paese, guarda un po' come sono proprio traditrice. In questi giorni non ho che occhi - tristi - per il Giappone. E vedo una sofferenza, vedo un popolo, vedo una dignità incredibile. Pesano sul mio cuore le mie sofferenze, eppure - è follia - avverto quasi un filo d'invidia. Perché è un popolo, e non solo nelle avversità. Ammetto dentro di me che le mie perplessità sul nucleare in Italia non sono legate solo al territorio sismico o all'incommensurabile forza della natura; no, è l'uomo che mi spaventa, è l'italiano. E' la classe politica che si divide su tutto e spreca tempo e chiacchiere: non oso pensare cosa accadrebbe se si dovesse scatenare un'emergenza simile.
Così Italia, accetta i miei auguri messi insieme in modo rocambolesco, un po' come te. Sei il mio Paese e hai il mio cuore. Una nazione, non lo so, né m'importa perché cantava Jim Morrison, il sangue sgorga con la nascita delle nazioni. Ma se diventassimo anche un popolo, pensa che storia. Meglio ancora, un popolo in tutto il mondo. Però qui devo tirar fuori l'immaginazione di John Lennon e non basterebbero mille post.