sabato 30 marzo 2019

Tanto irrinunciabile

Mi accade di inciampare in qualcosa che un tempo era irrinunciabile. Uno sgambetto leggero, si trasforma nell'occasione di osservarlo a una piccola distanza. Ne scopri il pallore, le rughe simili a crepe, il suo muoversi diventa un tic.

E quando ti accorgi che era rinunciabilissimo, ti sei spinto già troppo lontano per vederlo ancora.

Tanto irrinunciabile da sparire e da lasciarti lieve e sorridente. Pronto a lasciarti indietro altro, ancora.

venerdì 29 marzo 2019

Vittima delle parole

Sarà che ne sono attorniata da trent'anni, per non dire di più.

Che mi è entrata nell'anima, questa vigliaccheria di parlare, tanto da non sopportarla più.

Fretta di parlare. Di applaudire. Di inchinarsi o contestare, prima ancora di provare a capire.

Vittima delle parole, sono stata troppo a lungo, per non convincermi a limitarle. E a far scivolare un silenzio in più, rispetto alla tentazione di dire qualcosa a qualsiasi costo.

Come gocce in un deserto, aspettando di veder rifiorire l'umanità.

giovedì 28 marzo 2019

Si può vincere senza cavalleria pesante

Nessuno può vincere senza cavalleria pesante, cercano di spaventare Braveheart e i suoi uomini con questa certezza. Al netto dell'orrore che provo a vedere bestiole mandare a combattere con o per noi, ripasso questa frase.

Molti pensano di stritolare la tua libertà con la forza.

Ma solo restando leggeri, si resta liberi.

Cuori impavidi, con ali di farfalla.

mercoledì 27 marzo 2019

Se sogniamo tutti

Rifugio Miletta mostra in un video una cinghialina che sogna. Sussulti, fremiti e movimenti come se volesse tornare a correre.

Quante creature sognano, probabilmente tutte, in questo mondo così reale da soffocare.

Forse basterebbe questo per non decidere noi chi debba vivere.




lunedì 25 marzo 2019

Conoscere tutto (grazie Identità)

Da impenitente socratica, mi sono consolata della mia ignoranza. L'ho vista come il motore della mia curiosità.

In questi giorni di congresso di Identità Golose, ogni storia, volto, emozione che ho incontrato mi hanno rivelato più di quanto potessi imparare. 

Qualche ripasso, mai troppo assorbito, per costruire le mie nuove memorie.

Bisogna scappare per trovare la strada 

Bisogna conoscere tutto per tutto dimenticare.

E bisogna apprezzare chi ti insegna senza volerlo fare.

Grazie Identità Golose 2019






domenica 24 marzo 2019

Come tante altre luci

Dopo un giorno di frenesia di volti e profumi, la notte non ha voglia di rivelarsi e io attraverso la città quasi per cercarla. 

Intanto tutto sembra scrutarmi, muri, finestre, luci. E proprio le luci mi fermano, con una carezza gentile, e mi fanno pensare a te. A come sorrideresti, mentre mi vedi dopo una giornata così, a camminare ancora, in cerca di una sensazione, un'altra.

Ad ascoltare una voce per strada

- La donna è mobile

A proseguire con un'ombra lieta sul volto e commuovermi di fronte alle luci del Duomo, come se non le avessi mai viste prima.

E forse, è la prima volta davvero, come tante altre luci nella mia vita.



venerdì 22 marzo 2019

Leggerezza di viandante per una custode mancata

Il mio viaggio, ha preso una curva strana, rinnegata. Non so quando si concluderà, o più semplicemente cambierà meta ufficiale.

Perché tornerò alla terra, oppure al cielo. So che posso fare a meno di molte cose che rendono pesante il viaggio stesso: anzi, per la precisione, devo farne a meno, per sentire quella leggerezza di viandante.

Tutto ciò di cui posso fare a meno: maschere, finzioni, abitudini che il mondo mi ha inculcato. In realtà, qualcosa dentro avevo già, è che lo volevo ignorare.

Mi vengono dei flash da bambina. L'agnello o il capretto, non capivo perché andassero mangiati, tanto meno per la festa, che così si tingeva di tristezza.

Ma un giorno è più nitido degli altri. Perché sui cuccioli è lecito, oggi penso doveroso, porsi delle domande.

Ricordo però salendo sulla collina, con papà alla guida, che incrociammo un fagiano a una curva. Era incerto, come intontito. L'avrei potuto afferrare io, bambina.

Papà lo vide e non potendo scendere, mi disse: corri, corri a prenderlo.

Io serrai la portiera e mi rifiutai.

Quando lui mi chiese perché, io gli risposi tra le lacrime: perché poi lo mangi.

Da bambina sai sempre qualcosa in più, che poi ti sfugge.

Oggi che le rughe sono più leste della saggezza, io mi sento addosso questa leggerezza di viandante. Mi avevano chiesto di fare la custode delle creature e non lo sono stata veramente. Ma adesso io so cosa devo fare, per tornare a casa: non toccarne nessuna e sperare di trovare dentro di me un po' di clemenza per tutti coloro che respirano.

Leggerezza di viandante per una custode mancata.

giovedì 21 marzo 2019

Cosa significa speciale

Quando il Natale cominciava ad annoiare una ragazzina stupidamente sazia, io venivo da te e il tuo sorriso mi illuminava. Ti piacevano i pacchetti, soprattutto rossi. Tant’è che ancora adesso cerco di portarti fiori di quel colore.

Tu eri la cugina di mio padre, una ragazza speciale. Solo a poco a poco ho capito la ragione più profonda.

Perché per me rendevi speciale un momento, un gesto, un pacchetto, un sorriso. Tu scoperchiavi il senso delle cose e io rimanevo a guardarle, ignara.

Franchina, non perché tu fossi piccola, ma perché eri una creatura che trovavi gioia nelle piccole cose.

Ti penso ogni giorno e oggi che sui social corrono i messaggi sulla Giornata della Sindrome di Down, io so che ti sono grata. Come ogni giorno.

mercoledì 20 marzo 2019

Un cerchio perfetto che aspettava proprio te

Il destino, a volte ti sembra che ci veda benissimo e con un'iniezione perfida di programmazione. Tanto che preferisci pensare a un caso indistinto, se proprio devi pensare a qualcosa.

Poi, ti si presenta un cerchio perfetto. Uno di quelli che neanche avresti potuto eseguire con un compasso. E lo contempli, cercando di vedere un punto di debolezza, perché ti sembra che non potresti sopportare la sua bellezza.

Invece è proprio lì, sfacciata e precisa. Un senso che ti ha sbirciato da lontano, ti ha inseguito, magari respinto a più riprese con sgarbi o indifferenza palesata. Perché pensavi che non poteva voler viaggiare con te.

Un cerchio perfetto, che adesso ti brilla sotto gli occhi e ti spiega pure centomila passi fatti prima, incontri, cicatrici e sfumature del cielo.

E anche se le tue grane sono tutte ancora tenacemente appiccicate a te, ti addormenti con la sensazione che un giorno ti risveglierai e troverai un altro cerchio perfetto, con uno sbuffo come un sorriso.

Un cerchio perfetto che aspettava proprio te.

martedì 19 marzo 2019

Padri

Ci guardano. Si guardano 

Mio padre. Il signor Luigi, che in lui, nel suo sguardo aveva creduto.

Il
Signor Luigi, il viaggio per trovare mercati per i suoi telai e forse di più, aveva  i suoi figli che l’aspettavano a casa. Racconti mirabolanti di Argentina.

Mio padre, non ancora. Eppure lo sentiva, lo sapeva, che io sarei arrivata. Così distante, da essere perfettamente vicina. 

Mio padre, mi aspettava, più di qualunque altro.

lunedì 18 marzo 2019

Dentro la notte

Dentro la notte. All'inizio, varchi quel confine in punta di piedi, persino sospinto. Poi, ci cammini, dentro la notte, cogliendo che forse è ben altro che ti deve incutere timore.

E quando hai piedi e anima immersi in quel buio, roba che non verresti fuori nemmeno sotto tortura perché lo sai che la tortura più forte è sotto la luce apparente degli sguardi, allora un dito sfiora il confine.

Può accadere in un inverno sfacciato o in una giornata di primavera percossa dal vento.

Dentro la notte, ci sei già stato. Adesso devi volare. Fuori. Per un battito di ali, per una manciata di ore, per sempre.

domenica 17 marzo 2019

Il punteruolo, come la fede

Mi scatena una tempesta di interrogativi, sull'origine della fede in me, l'omelia di oggi.

La fede. Una parola che accosto a fatica, alla mia anima più testarda che determinata. Ma qualcuno deve avere provato a infondermela da piccola.

Se chiudo gli occhi e non mi ostino a imporre i miei pensieri ordinati, vedo un angioletto e prima ancora un presepino minimalista, posati nella mia vita dalle mani malate della mia nonna Argia. Quando è arrivato il momento della Comunione, lei non c'era già più e il nonno non si dava pace. Mi percuotono le sue parole, quando la riportò l'ambulanza, muta a differenza delle altre volte: ma era sempre tornata a casa!

Scuoto la testa e vado avanti con i pensieri, ma non riesco ad afferrare il filo. Devo cedere e chiedere alla mia amica dei tempi dell'asilo, con me a messa: ma che cosa ti ricordi di suor Adriana?

La mia amica era talmente furibonda all'idea di andare all'asilo, che la mamma la tenne a casa, anzi la mandò dalla nonna, dove imparò a leggere e scrivere.

Io versai tutte le lacrime del mondo, ma all'asilo fui spedita lo stesso, anno dopo anno. Piagnisteo dopo piagnisteo.

Una cosa, nonostante i tre anni, la mia amica se la ricorda bene: che ci facevano usare il punteruolo e lei lo detestava.

Improvvisamente, lo ricordo anch'io quel punteruolo, 47 anni dopo. Sento la morbidezza della "spugna" sotto e il mio percuotere titubante.

Rivedo il sorriso di suor Adriana e penso che per tanti anni rimarrà quello che mi guida, nella Chiesa. Perché devo arrivare all'università per portare il mio broncio mischiato alla mia voglia di Vivere, davanti questa volta a un sacerdote.

Il punteruolo, come la fede. Cocciuto e titubante,  così impreciso da restare nella mia vita, sbagliando i punti eppure non smarrendosi, non davvero. E mentre cerco di inseguire i punti dell'esistenza e della mia missione, ancora, mi sfiora il sorriso di suor Adriana.


sabato 16 marzo 2019

Contrasto saggio

Contrasto saggio, quello delle melodie irlandesi, simile a quello del whisky. Una nota struggente si insinua in quelle allegre, ma in quelle tristi c’è sempre un accordo che evoca il sorriso.

Una musica a Milano  attraversa l’aria, accogliendo San Patrizio, e la sera si colora di sincerità.

venerdì 15 marzo 2019

Un po’ meno marziani

Non importa quanto Alice Cooper o David Bowie mi abbiano fatto sentire più dichiaratamente marziana.

Io abito, temporaneamente, qua.

Estranea presente. Responsabile quanto basta.

Un giorno mi accorgo di quanto insozzo il mondo, l’altro mi illudo che io possa salvarlo. Come quei ragazzini che mi hanno fatto sentire piccola, io cammino sul sentiero dell’umanità.

A disagio, eppure consapevole di quanto io, marziana dichiarata, debba proteggere questa Terra.

Un po’ meno marziani, camminiamo.

giovedì 14 marzo 2019

Niente di personale


Ma non voglio più mangiare animali.


Nessun animale.

Perché mi hanno chiesto di essere custode, scrivono. E l’anima, non si mangia.

Sono proprio brava

A rispondere, il più possibile.

A non rispondere ciò che vorrei; ma ciò che mi suona più giusto.

A non dover dimostrare un tubo.

A sbagliare, splendidamente. Perché faccio, davvero.

A dirti ciò che penso. E sento, ancor più.

Appena nata e già libera.

Sono proprio brava. Grazie a te.

mercoledì 13 marzo 2019

La luna, dimenticata

La luna, dimenticata lassù, sospesa sopra la villa e la sua storia.

Pochi minuti prima, l’avevo vista circondata di stelle. Poi tutta la magia si è spenta con l’accensione delle luci attorno e lei è rimasta sola.

Distante da noi, come  a meditare se serva poi davvero.

La luna, dimenticata lassù dalla marea di luci che disseminiamo nel mondo. E quella voglia che ci riaccende di abbracciarla: come a essere meno soli. Lei o noi, non so.

martedì 12 marzo 2019

Non troppo indietro (l’ultima parola)

Ho accompagnato un’amica dal dottore. Non è una nota sbiadita di cronaca, anche perché al centro c’è Lei, mia sorella. E poi...

Quel dottore 22 anni fa mi aveva accolto un po’ turbato, perché non mi vedeva mai.

- non si preoccupi, dottore, solo che ho un po’ male, ma mi dica che è tutto ok e io parto.

Era un sabato di marzo, mi colpì il suo pallore. Fuori mi aspettava mio padre, altro particolare strano di una strana giornata. Ero già troppo indipendente.

- vada subito al pronto soccorso.

Quasi seccata, gli ho obbedito. Papà, diligente e confuso, quanto me. Vado ed esco subito. Ma non finì così.

Sono trascorsi 22 anni e tante sofferenze, ma una certezza: io anche a quel dottore devo la vita.

Indietro, ma non troppo, perché io voglio andare avanti. Fino a scrivere l’ultima parola, traboccante di vita.


lunedì 11 marzo 2019

Felicemente

Di fronte all'ennesima rampa di scala sto per cedere, ma qualcosa mi sospinge su. Forse anche il flashback rapito prima dal finestrino. E salgo, salgo, con quella voracità di imparare di cui non riesco a liberarmi, suadente condanna.
Ma tra le fatiche e i lampi di gioia, si posa un velo che non so ancora definire. E' quello di un gatto rosso, e appena segnato dalla strada, che strofina fiducioso il suo muso sul mio dito.
Poi le parole di un signore, al termine del suo compito. Io faccio una battutina, una di quelle che vogliono domare il nervosismo, e lui mi dice: aspetti un attimo, le voglio fare un regalo.
Torna dopo un attimo con una tavoletta di cioccolato: è che lei è riuscita a farmi sorridere.

Io non ho molto con cui contraccambiarlo, se non la verità, afferrando il cioccolato come una bimba golosa: anch'io.

Felicemente cresco, sapendo che non crescerò mai abbastanza. Affamata, non sazia.
Un signore mi ha regalato del cioccolato perché l'ho fatto sorridere. Il Signore, ancora di più.

sabato 9 marzo 2019

L'unico abito di Carnevale, senza prezzo

In una giornata così blu, ho incontrato tanti abiti di Carnevale. Mi sono parsi moltissimi, i genitori mascherati quanto i bambini.

Le ossa dell'anima hanno scricchiolato un po', guardando la schiera dei costumi. Perché mi è venuto  in mente il mio unico abito di Carnevale, quello ufficiale: un costume celeste da fatina che mi riempì di gioia.

L'anno successivo contavo sul bis, ma mi spiegarono che non era possibile. Era un prezzo che non ci si poteva permettere ancora. E feci i capricci, forse come quando non fu possibile avere la casa della Barbie.

Nell'unica foto con l'abito di Carnevale, si posa infatti un velo di malinconia. Però il mio sorriso è luminoso e lo spazza via: non era tanto il costume, quanto l'essere in posa accanto al nonno Mario. Una delle poche foto insieme, l'unica da ragazzina.

Sono una bambina alla quale è stato dato tanto. E sono grata di quel costume, come di quelli che non ho avuto. Perché ho preso la mia fantasia e mi sono creata i personaggi delle mie feste di Carnevale, armata di volontà, trucco e determinazione.

Poi, il Carnevale non mi è interessato più e i personaggi, li ho portati nelle pagine. 

Così oggi penso che l'unico abito di Carnevale, nella mia vita non abbia avuto prezzo. O meglio il suo prezzo, era incalcolabile.



venerdì 8 marzo 2019

Tutto quel tempo in mezzo

Bastano due foto e un messaggio che ti lancio nel buio della sera, per pensare. E ripensare.

Tutto quel tempo in mezzo tra te bambino e ora taciturno uomo. Quegli anni inghiottiti da chi, come. Quei momenti perfetti in cui non ti ho potuto abbracciare, e neanche te l'ho potuto dire.

Tutto quel tempo in mezzo tra l'attesa e la vita, quella che crede di aver già aspettato le cose belle.

Chi l'ha preso, nascosto, soffocato. E possiamo riprendercelo, ancora. Domande annegate nel tempo, che non si lascia trovare più.


giovedì 7 marzo 2019

La felicità è donna e può valere due lire

So benissimo con chi potrei prendermela. Con chi realizza volantini per spiegare in che posto devo mettermi io donna. Con chi per festeggiarmi ogni anno mi piazza lì lo sciopero dei mezzi pubblici.

O per chi ritiene che non dovrei parlare di calcio. Parto proprio da qui: tra quanti poi si stracciano le vesti per simili affermazioni, si annidano spesso coloro che non potrebbero trovarsi più d'accordo. Tanto che alla prima occasione invece di trattarti da professionista cercano di nasconderti come una femminuccia. E purtroppo talvolta sono donne.

Dovrei essere furibonda, invece per la festa della donna sarò buona. Con me stessa.

Sono felice. Di non dover realizzare volantini o più moderni post per spiegare dove stare agli altri. Di non pensare che per dire qualcuno che ha dei diritti, devo rendere più difficile al soggetto in questione la possibilità di esercitarli.

Di non fingere di indignarmi all'attacco verso il genere femminile e poi esserne io il primo artefice, ignorando il lavoro di una donna e preoccupandomi di non averne esaltata un'altra in pubblico per la sua bellezza.

Recentemente ho avuto il piacere di essere invitata a parlare dai Lions (club Gorla Valle Olona) delle donne. Pur cosciente di tutta la sofferenza che ancora regna, di quanto siamo trattate da femmine come ai tempi della scuola... Anzi no, perché allora c'erano straordinarie, pari opportunità...

Ecco, ho voluto scegliere come tema la felicità. Perché io sono felice di essere donna. E ho citato eroine, lavoratrici ferite, imprenditrici che vogliono condividere la felicità.

Ma la felicità per me è la bisnonna Serafina. La sua voracità di libri e quel giorno che al teatro dell'oratorio fu fermata dalle suore.

- Serafina, no, costa due lire.

E lei, donna che ricca non era, madre di figli dai nomi arditi come quelli delle eroine di cui leggeva, aprì il borsellino e rispose così, in perfetto italiano: in cosa consistono due lire?

Ecco, io so cosa dire a chi mi tratta non da donna, ma da femminuccia, nel 2019. 

Ci metto del mio, come sempre, e rispondo: in cosa consistono due lire?

mercoledì 6 marzo 2019

Quanto conta una piantina

Damon su Marte, morto ufficialmente, vivo per cercare di sopravvivere. Guardiamo qualche scena, a turno.

Io vedo lui che porge le mani verso una piantina e la saluta: ciao...

Quanto conta una piantina. Tutto, quando è l'unica traccia di vita. Quando non la soffochi di illusioni.

Quanto conta una piantina. Tutto, da Marte alla Terra.

martedì 5 marzo 2019

Un'amica vede sempre più chiaro

Quante cose non c'entrano con te. Te lo ripeti, un po' esasperata di dover ficcare dentro corpi estranei nella borsa della vita.

E poi un'amica dice: certo che c'entri. Mi spiega in modo così razionale che io la ascolto, davvero. Finché mi sussurra: queste tue capacità, sembra tu non le veda, io sì.

Un'amica, vede sempre più chiaro. Perfino io, ora.

lunedì 4 marzo 2019

Io che negli anni Novanta avevo già altro da fare

Negli anni Novanta avevo già moltissimo da fare, cosa di cui sarei tentata di rimproverarmi. Se nella vita non mi fossi già rimproverata abbastanza.

Lavorare, fabbricare una tesi che completasse un cammino folle e impeccabile, amare e compiere solenni cavolate. Non avrei mai dedicato la mia attenzione alla tv, un’eccezione febbrile per Twin Peaks.

Negli anni Novanta avevo altro da fare, che ritrovarmi in Beverly Hills.

Qualche maschio che si crede uomo, scuoterà la testa, di fronte a un disorientamento che si veste di dolore.

Ma io me ne frego, perché sono una donna: ciao Luke... Dylan...

domenica 3 marzo 2019

Easy living - canzone per la notte

Questa strada non è mai stata percossa da un vento così vigoroso, forse. 

E credo di non sentirlo, perché cammino dietro di te.

Vita facile, non perché tutto scorra placidamente. Tutto scorre attorno a noi, avvolti dallo stesso sguardo.

Easy living, Uriah Heep, canzone per la notte 

sabato 2 marzo 2019

Più del silenzio solo

Più del silenzio, amo solo i rumori delle mie piccole creature. Abitudinarie nella loro confusione, una ninna nanna per i pensieri.

E colonne sonore dissolte nell'acqua della pace. Frammenti di filosofia cercati a forza, le poche volte in cui accendo la tv. Canzoni che non hanno bisogno di attraversare l'aria.

Più del silenzio, solo ciò che non può essere definito rumore. Il canto sottile della vita.

venerdì 1 marzo 2019

Non accetto, con il sorriso

Riguardo i tempi in cui accettavo troppo, se non tutto. Appartengono a un'altra vita, non credo a un'altra persona.

Adesso, non accetto. E una cosa che mi rende fiera, è che ciò accade con un sorriso.

Ferma e pronta a offrire una mano, per ritrovarsi o tenersi a distanza. Ma vittima dei veleni, no.

Nel momento in cui dico no, questo non va, la mia mente si è liberata.

Già sto costruendo qualcosa di nuovo, ancora.